In edicola con Confidenze: Eleonora De Angelis, commissario

Si trova sulla rivista “Confidenze” n.3, in edicola fino al 18 gennaio 2011, il racconto «Eleonora De Angelis, commissario». Bellissima la copertina dell’inserto, staccabile, che diventa un vero e proprio libricino da collezione.

Eleonora De Angelis su ConfidenzeUn estratto:

Il trillo del telefono spezzò il momento di intimità tra madre e figlia. A quell’ora non prometteva niente di buono.

“Scusami” farfugliò Eleonora. Non poté fare a meno di correre in corridoio e cercare il cellulare nella borsa. “Ma dove l’ho messo… eccolo!”

La voce all’altro capo era concitata. “Ciao Eleonora, sono Danilo. Non ti avrei mai disturbata a quest’ora se non fosse qualcosa di estremamente urgente.”

“Dimmi.”

“Poco più di un’ora fa hanno chiamato in Centrale per segnalare un rumore che sembrava uno sparo. Gli agenti hanno trovato il corpo senza vita di Fernando Capogna, il titolare di un’agenzia pubblicitaria in zona San Felice.”

“Si tratta di un omicidio?”

“È proprio questo il punto. Tutto farebbe pensare a un suicidio, ma il mio sesto senso dice che non è così. Sai quando scatta il mio campanello d’allarme?”

“Lo conosco bene, il tuo campanello di allarme. E so che porta guai.”

“Il giudice Carmine Mezzogiorno è già qui. Mi sentirei più tranquillo se ci raggiungessi per dare un parere.”

“Dammi l’indirizzo. Il tempo di organizzarmi con la baby sitter e sono da te.”

Eleonora arrivò all’agenzia Pensieri Sommersi con una brutta sensazione sotto la pelle. La strada era ingombra di automezzi della Polizia. Un’ambulanza era ferma davanti al cancello, circondata da un capannello di curiosi. L’Ispettore Danilo Petrucci le venne incontro con uno dei suoi sorrisi storti. Era un bell’uomo, Petrucci, e sapeva di esserlo. Capelli castani sempre spettinati, naso aquilino, barba incolta e occhi azzurri circondati da rughe d’espressione che non facevano che aggiungere fascino al suo aspetto apparentemente trasandato.

“Devo dire che di sera sei ancora più attraente, Eleonora.”

“Risparmia le battute da latin lover in pensione, Danilo. Dov’è il cadavere?”

“Sempre sbrigativa, eh? È una delle caratteristiche che più mi piacciono di te.”
Eleonora sbuffò, ma non poté fare a meno di lasciarsi andare a un sorriso. All’inizio le battute di Danilo l’avevano irritata. Come Commissario, lei era pur sempre il suo superiore. Inoltre, mal sopportava l’ironia a sfondo sessista. Lei era un dirigente di Polizia, ed era irrilevante il fatto che fosse una donna. Poi, con il passare del tempo, aveva scoperto che Danilo era il miglior collaboratore che potesse desiderare, attento e scrupoloso nelle indagini: non lasciava nessuna pista intentata e il suo istinto tagliente l’aveva portato alla soluzione di casi intricati. Inoltre era l’unico ad accorgersi, con un solo sguardo, quando qualcosa non andava nella vita privata di Eleonora. “Tutto bene, capo?” le chiedeva in quei momenti. “A volte basta un caffè per sentirsi meglio.” Riusciva sempre a strapparle un sorriso.

“Da questa parte.” Danilo le fece strada lungo un corridoio stretto fiancheggiato da numerose porte, tutte chiuse, fino all’ufficio del direttore dell’agenzia, Fernando Capogna. Entrando, fu schiaffeggiata dal pungente odore del sangue. Il corpo era seduto alla scrivania, la testa reclinata all’indietro. Il muro alle sue spalle era dipinto di sangue e cosparso di pezzetti di materia cerebrale. Una mano era ancora appoggiata alla scrivania, a fianco di un foglio di carta scritto. L’altra era abbandonata vicino al pavimento, a pochi centimetri da una pistola automatica.

“La pistola?” chiese Eleonora al collega.

“Apparteneva a Capogna. Un’arma regolarmente denunciata.”

Eleonora si avvicinò per esaminare il cadavere da vicino. Lo spettacolo era agghiacciante: l’uomo si era sparato in bocca. Riuscì a trattenere la nausea. Dalla tasca della giacca estrasse un paio di guanti in lattice, li indossò, poi prese in mano il foglio, che dava l’impressione di essere una lettera d’addio. Lo lesse con attenzione.

“Non noti niente di strano?” le chiese Danilo [Continua su Confidenze n.3 del 18/1/2011]

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