Intervista per il magazine Mondo rosa shokking

In questo numero di MRS si parla di follia, intesa nelle sue più svariate sfaccettature. La protagonista del tuo romanzo, Amelia, sembra combattuta tra due fuochi: se da un lato dimostra di possedere una buona dose di determinazione e coraggio, dall’altro sembra fragile come il vetro e soprattutto molto confusa, tanto che spesso ha lei stessa dei dubbi sulla veridicità di quello che sente e vede.

Secondo te, in quanto creatrice di questo affascinante personaggio Quanto c’è di folle nella personalità di Amelia e nel suo modo di percepire la realtà che la circonda?
E tra tutte le sensazioni inquietanti che prova e da cui si sente perseguitata – anche a causa del precedente, sanguinoso epilogo – qual è quella dominante? In lei prevale la paura, il senso di colpa o la pazzia?

Amelia è folle nel senso pirandelliano del termine. La sua visione dell’io non corrisponde, ai suoi occhi, con quella che gli altri hanno di lei. Amelia è confusa tra le paure del presente e le visioni terrificanti di un passato deformato dal senso di colpa e dall’angoscia.Amelia non sa più chi è la vera Amelia e a un certo punto del romanzo ha paura di se stessa, di quello che è stata capace di fare in un terribile momento della propria vita. Davanti allo specchio la ragazza parla con la propria immagine in un processo di scomposizione dell’io che la porterà alla verità finale. In questo clima di false certezze e illusioni anche il suo modo di percepire la realtà è deformato. La casa degli orrori, dove tutto ha avuto inizio nel primo episodio, le sembra quasi una creatura viva che la osserva dai grandi occhi finestra, pronta a imprigionarla. E anche le persone che la circondano, possibili carnefici che nascondono innominabili segreti. La novella è una dolce danza macabra tra sogni, illusioni e verità nascoste nel buio della mente. In questo clima la follia è una carezza costante sul volto diafano della protagonista e va di pari passo con paura e senso di colpa.

Poi volevo chiederti se, quando hai scritto il finale del tuo precedente libro “La collezionista di sogni infranti”, avevi già pensato ad un possibile seguito della disavventura di Amelia, perché ho notato che, anche se la protagonista è la stessa, l’impronta data ai romanzi sembra differente, tanto che possono essere letti indipendentemente l’uno dall’altro.

È verissimo: sia l’impronta che lo stile che contraddistingue i due romanzi è molto differente. Questo perché a mio avviso è molto importante che lo stile narrativo rispecchi la storia che si vuole raccontare. “La collezionista di sogni infranti” nasce come riflessione sul mondo virtuale. La chat, gli avatar spesso modificati con il filtro del Photoshop; è così semplice crearsi maschere dietro cui nascondere problemi giornalieri e vite complicati. Il rapporto umano a portata di un click, ma il prezzo da pagare può diventare molto alto quando l’immagine virtuale prende il sopravvento su quella reale. Mi serviva uno stile asciutto che rispecchiasse in qualche modo l’immediatezza della comunicazione via internet. Ho deciso così di non dividere i capitoli; due prime persone che si susseguono come nel dialogo cieco della chat. Si passa dalla testa di Amelia a quella di Marina, l’una sincera e l’altra nascosta dietro mille identità. Nel secondo episodio questo stratagemma non era più necessario, lo stile diventa più onirico e i capitoli sono divisi da titoletti che presentano o accompagnano la narrazione. Quasi frasi di canzoni, strofe di poesia decadente. Quando ho terminato il primo episodio non avevo deciso di lavorare a un seguito, ma il personaggio di Amelia, così pieno di sfaccettature, ha preso posto nei miei pensieri e qualche mese dopo ho sentito la necessità di scrivere “La casa di Amelia”.

Infine una domanda sul futuro di Amelia nei tuoi prossimi lavori. Il romanzo “La casa di Amelia” ha di nuovo una conclusione di forte impatto, ma che lascia più di uno spiraglio per un possibile seguito. Questo perché hai già deciso di far vivere un’altra inquietante storia ad Amelia? O semplicemente hai pensato di lasciarti anche questa strada aperta, ma per ora hai altri progetti in mente?

Per ora ho altri progetti in mente, ma come hai anticipato tu le tematiche aperte sono tante, seppur ogni capitolo della serie nasce per essere autoconclusivo. Amelia è un personaggio reale con la sua forza e fragilità. Un personaggio che, nonostante i problemi e le paure, ha deciso di non lasciarsi vivere, ma affrontare la vita come battaglia giornaliera. Amelia è una donna alla ricerca di se stessa e penso farà ancora parlare di sé. La sua vocina ogni tanto sussurra al mio orecchio e non è così facile ignorare il suo richiamo.

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