La casa di Amelia e La collezionista: recensione di Stradanove

Ho recentemente  incontrato in rete queste due recensioni de “La collezionista di sogni infranti” e “La casa di Amelia” dal sito Stradanove.net
07.07.2009
Giovanni Scalambra

LA COLLEZIONISTA DI SOGNI INFRANTI, BARBARA BARALDI

Realtà e finzione

La copertina

Amelia e Marina sono amiche. Virtuali. Due anime sole che diventano vere solo attraverso tastiera e monitor.
In chat si scoprono simili, fragili, schiacciate da verità che condizionano il loro proporsi al mondo.
Un giorno decidono di oltrepassare i confini intangibili della rete: Amelia lascia il suo tranquillo paesino della bassa emiliana per raggiungere Marina, che l’aspetta in una casa enorme persa tra le campagne ferraresi.
Il destino, solo in apparenza malevolo, sembra voler impedire quest’incrocio di solitudini, ma dopo un viaggio contornato di dubbi, paure e imprevisti batticuori, le due “amiche” riescono ad incontrarsi. E il gioco di bugie si rompe, rivelando una realtà fatta di invidie, ossessioni e follia.
Ma forse la verità che sembra stare dietro l’apparenza ha risvolti altrettanto ingannevoli…
Romanzo breve di alta qualità narrativa (per stile, costruzione della suspense, trama e colpi di scena), “La collezionista di sogni infranti” conferma il talento di Barbara Baraldi (già vincitrice del primo premio al “Gran Giallo città di Cattolica”), salutata da più parti come la nuova regina del gotico-thriller italiano.
La storia orchestrata dall’autrice è una discesa nell’inferno delle paure più intime, una caccia ai fantasmi dell’anima in cui la tensione e il mistero non vengono mai meno. Tante le suggestioni cinematografiche nascoste nella fiaba nera della Baraldi, che sceglie una scrittura sincopata, fatta di visioni, sensazioni, messe a fuoco di particolari quasi invisibili ma decisivi, per costringere il lettore a seguire il sentiero di sangue e ossessioni che ha sapientemente predisposto.
Da leggere. Con tutte le luci di casa accese.

Barbara Baraldi, La collezionista di sogni infranti, Perdisa, pagg. 128, euro 9

Post originale: La collezionista di sogni infranti

08.07.2009
Giovanni Scalambra

LA CASA DI AMELIA, BARBARA BARALDI

A volte ritornano…

La  copertina

Un fantasma tormenta Amelia. Un’ombra rannicchiata nell’angolo più oscuro della stanza (e della memoria). Silenzioso, senza volto, talmente vicino da percepirne il respiro.
Il macabro finale che aveva  concluso il suo soggiorno a casa dell’”amica” Marina pare riservare un’appendice inspiegabile: Chi doveva essere morto forse non lo è mai stato. O non lo è più.
Le misteriose telefonate mute, i richiami al recente orrore la invitano a tornare nella casa dove tutto è iniziato e tutto doveva finire.
E Amelia sceglie di andare, per chiudere col passato, per scoprire se i suoi ricordi sono solo un album di fotografie mai scattate, una distorsione della memoria fatta di paura e incubo.
L’atteso seguito de “La collezionista di sogni infranti” non tradisce le attese. Se il precedente romanzo di Barbara Baraldi era un thriller di grande suggestione che indagava il rapporto tra mondi reali e virtuali, identità e diversità, scoperchiando gli incubi più nascosti dei suoi protagonisti, “La casa di Amelia” è una favola nera (non a caso l’incipit recita: “C’ era una volta una principessa triste, prigioniera in un castello incantato…”) che danza con ricordi imperfetti e follia, introducendo riflessioni non banali su senso di colpa e vendetta.
Un viaggio fatto di apparizioni, sensazioni, intimità e angosce, tradotto con uno stile elegante e al tempo stesso vibrante. Un notevole “sequel” letterario.

Barbara Baraldi, La casa di Amelia, Perdisa, pagg. 118, euro 9

Post originale: La casa di Amelia


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