Lullaby su Dillinger.it – Nessuno può fuggire quando è arrivata la sua ora

Chiara Pasqualini ha scritto di Lullaby e della presentazione romana del romanzo in questo articolo pubblicato su Dillinger.it:

Ha capelli castani. Di un colore che al sole ricorda una particolare sfumatura del grano pronto.
E occhi grandi. Azzurri. E limpidi.

La pelle bianca e il rossetto rosso scarlatto che contrasta con il resto mantenendo un’armonia incredibile.

Ed è così che l’ho vista per la prima volta, un anno fa, a Roma.
A via del Pellegrino. In una libreria, per una sua presentazione che aveva affidato a me. Senza nemmeno conoscermi.

Una cosa che non ho mai detto a Barbara Baraldi è che non credevo mi avrebbe affidato davvero la serata. E invece l’ha fatto. E io ho chiesto immediatamente aiuto alle “Donne di Carta”, non avrei mai saputo gestire una cosa del genere, da sola.

Arrivarono i suoi libri. E iniziavano i preparativi, le letture, la musica, l’organizzazione della location.
Arrivarono i suoi libri e una parte di lei.

Il suo terreno è quello dei lati oscuri. Il terreno della vita vera, in fondo. La terra del buono che non è solo buono. E del cattivo che in fondo in fondo non è solo e completamente cattivo.

Un anno di distanza (fisica) tra me e lei.
E sabato ci siamo ritrovate alla libreria Rinascita Ostiense, insieme ad Alessandra Buccheri ed Enzo “BodyCold” – aka AngoloNero (http://angolonero.blogosfere.it/)  e Corpi Freddi (http://corpifreddi.blogspot.com/) – , suoi fidati compagni di viaggio che hanno saputo creare, per lei, una splendida presentazione.

Con loro, Lullaby.
E Lullaby (come la canzone dei Cure), l’ultima creatura nata parla di lei così:

“Barbara Baraldi. Fotografa e modella, ha esordito come scrittrice con il romanzo La ragazza dalle ali di serpente (Zoe, 2007) firmato con lo pseudonimo di Luna Lanzoni. Da allora ha pubblicato La collezionista di sogni infranti (Perdisa Pop, 2007), La bambola dagli occhi di cristallo (Il Giallo Mondadori, 2008; in uscita a maggio in Inghilterra per la John Blake Publishing), La casa di Amelia (Perdisa Pop, 2009) e Bambole pericolose (Il Giallo Mondadori, 2010). La vittoria del prestigioso premio << Gran Giallo città di Cattolica>> l’ha consacrata come l’autrice più rappresentativa del nuovo romanzo gotico italiano. Il suo sito internet è www.barbarabaraldi.it”

I suoi personaggi sono complicati, vivi, reali. Non sono mai tutti neri e nemmeno tutti bianchi. Sono caleidoscopi e a seconda della direzione della luce, cambiano.
Gli eventi fanno da padrone nelle loro vite, non si sono reazioni e quando ci sono, nascono esplosioni di emozioni e intensità, la voglia di riscatto, la voglia di dire, fare, Essere.

Sorride con commozione, Barbara, quando racconta di come le arrivino quantità impressionanti di mail di persone – provenienti da tutti i target possibili – che le raccontano di come si sentano Amelia, Giada, Marcello. Di come in ognuno dei suoi personaggi, si rispecchino persone che sono da tutt’altra parte e che in realtà non conosce.

Racconta con gli occhi che le brillano di come le consigliarono alla prima presentazione di non guardare il pubblico, altrimenti il panico avrebbe governato la scena. E di come lei, prendendo forza, rispose che avrebbe fatto l’esatto contrario: avrebbe guardato tutti. Uno ad uno. Perché era come raccontare con intimità ad ogni sguardo, la Barbara scrittrice e la Barbara donna, l’Amelia persona e l’Amelia personaggio, il Marcello inventato e i milioni realmente esistenti, il sangue, la tensione le emozioni della parole ordinatamente e – curriculum conferma – sapientemente accostate.

E non solo questo è, Barbara Baraldi.
Barbara Baraldi è una che ce l’ha fatta. E ce l’ha fatta con le sue forze, pazienza e passione. Ha evitato l’editoria a pagamento, ha rischiato, ha avuto coraggio e ha vinto.
Di lei, ora, parlano in tanti. Che sono pochi rispetto a quelli che di lei parleranno domani.

Uno di questi, Massimo Carlotto, ha inciso la quarta di copertina: “Vero e fighissimo gotico. Me lo sono bevuto.”

“Mi invita tirandomi a sé. Un tango di nostalgia e paura nella penombra della sala baciata dalla luce dei suoi occhi dai riflessi viola. Stai fermo, stai calmo, stai tranquillo ora, mio prezioso ragazzo, non lottare. O io ti amerò ancora di più, perché è troppo tardi per fuggire o per accendere la luce, l’uomo ragno avrà te per cena, stanotte. Lei mi stringe appena, cinge le mie spalle con il suo profumo, potrei smettere di respirare. «Nessuno può fuggire quando è arrivata la sua ora», sussurro.”

Articolo pubblicato su Dillinger.it

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