La collezionista di sogni infranti – Recensione di Carlo Oliva

Questa la recensione di Carlo Oliva de “La collezionista di sogni infranti” nella sua trasmissione su Radio Popolare il 21 gennaio 2008

Barbara Baraldi, La collezionista di cuori infranti, “Babelesuite” – Perdisa, pp. 116, € 9,00

Le informazioni che si possono ricavare su questa Barbara Baraldi dalla quarta di co­pertina del suo secondo romanzo non sembrano particolarmente tranquillizzanti: si legge che è anche fotografa, che è cresciuta nell’ambiente metropolitano e notturno dell’Emilia Paranoica che descrive, che è appassionata di cinema di genere, collezio­na bambole esotiche, ha lavorato come modella, ha vinto il premio “Mario Casacci”, che non so cosa sia, nonché il “Gran giallo città di Cattolica”, suppongo per un rac­conto, e che, con lo pseudonimo di Luna Lanzoni ha pubblicato il romanzo La ragaz­za dalle ali di serpente presso una non meglio nota casa editrice Zoe, ricavandone grande successo negli ambienti alternativi.  Uhm…  Più interessante, dal nostro pun­to di vista, è forse il fatto che la collana in cui compare La collezionista di cuori infran­ti sia diretta da Luigi Bernardi.

Bernardi è sempre stato uno straordinario talent scout, sin da quando, ai tempi della Granata Press, ha pubblicato per la prima volta Fois, Lucarelli, Cacucci, Ferrandino e tanti altri, inventando praticamente il noir italia­no contemporaneo (oltre a importare qui da noi autori del livello di Paco Taibo II, Di­dier Daeninkx e Andreu Martin) e questa nuova collana, una elegantissima serie ta­scabile di testi brevi, ha un evidente carattere, al tempo stesso, di ricerca e di proget­tualità.  Il lettore esperto, insomma, capisce subito che lo attende una lettura non fa­cile, ma che ne varrà la pena.

E infatti. La Baraldi ci racconta, in un suo linguaggio personalissimo e molto efficace,  una specie di flusso di coscienza alternato, la storia dell’incontro di due ra­gazze: tutte e due, ciascuna a suo modo, molto alternative, molto schizzate e molto infelici, che si sono conosciute in chat (passano molto alla tastiera, a volte indossan­do normalmente gli slip, altre volte calandoseli alle ginocchia) e adesso una delle due, quella più timida, più confusa, più piena di paure e, in sostanza, più incasinata, è venuta a trovare l’altra nella città emiliana in cui costei vive, consumando un rap­porto residuale piuttosto nevrotico con un compagno che non sembra valere troppo la pena.  Non c’è, nel breve giro di pagine disponibile, lo spazio per grandi sviluppi, ma si capisce subito che la situazione è più complessa di quanto appaia e che qual­cosa andrà a finir male, anche se nessuno, credo, si spingerà a immaginare quanto male possa finire.

Ma siamo nel noir più noir che si possa immaginare e l’opera non si raccomanda ai fautori del giallo come divertissment e, in generale, ai lettori di sto­maco debole.  Ma ce la si può fare, naturalmente, per scoprire che, come da previ­sioni, ne valeva davvero la pena.  Benvenuta a Barbara Baraldi, tenetevi forte e buo­na lettura.

21.01.’08