Da Wulf Dorn a Davide Toffolo, ecco il programma completo del Festival Noir 2022

“In qualità di direttrice artistica sono orgogliosa di annunciare che quest’anno il Festival Noir di Finale Emilia ritorna con un programma da brivido che unisce cinema, letteratura e fumetto per raccontare le emozioni umane, in primo luogo la paura. Dopo il tutto esaurito dello scorso anno, questa edizione è ancora più ambiziosa, e porterà per la prima volta nella Bassa Emiliana uno straordinario autore internazionale, considerato il Maestro dello psico-thriller: Wulf Dorn, che attraverso i suoi best seller racconta in maniera sublime l’oscurità della mente. Tra i grandi ospiti spicca Davide Toffolo, fumettista e frontman dei Tre Allegri Ragazzi Morti, autore dall’immenso talento che riesce a fondere musica, fumetto e impegno sociale in spettacoli imperdibili. Ma quest’anno abbiamo anche un omaggio al grande cinema curato dal critico Joe Denti, e la partecipazione di due pioniere del giallo italiano come Grazia Verasani e Nicoletta Vallorani. Insomma, un programma ricco di straordinari eventi all’insegna del brivido e dell’intrattenimento. E se è vero che leggere (e scrivere) di paura è un modo per
elaborare la paura, lo faremo tutti insieme, tra le nebbie della nostra Emilia”.

Dal 4 al 6 novembre ritorna il Festival Noir di Finale Emilia di cui, come lo scorso anno, ho il grande piacere di essere direttrice artistica. 

Ecco il programma completo, nel ricordarvi che tutti gli eventi sono GRATUITI e LIBERI fino a esaurimento posti.

Venerdì 4 novembre al Nuovo Cinema Corso (Corso Matteotti 5) il narratore della storia del cinema Joe Denti presenterà la mini rassegna cinematografica “Incubo in bianco e nero”. 

Alle 21 sarà proiettato “Il terzo uomo” (1949) di Carol Reed. Gran Prix al Festival di Cannes e premio Oscar per la fotografia, con Alida Valli e Orson Welles. 

Alle 22:45 seguirà  “Che fine ha fatto Baby Jane?” di Robert Aldrich, thriller psicologico del 1962 interpretato da Bette Davis e Joan Crawford.

Sabato 5 novembre alle 18, presso la Biblioteca Giuseppe Pederiali (viale della Rinascita 6) chiacchiererò con due pioniere della narrativa di genere in tutte le sue sfumature: Grazia Verasani e Nicoletta Vallorani.

Sempre sabato 5, ma alle 21:30, alla Stazione Rulli Frulli (viale Stazione 2) avremo il piacere di avere con noi Davide Toffolo, fumettista e frontman dei Tre Allegri Ragazzi morti. Dialoga con lui, con Michele Bernardi.


Domenica 6 novembre alle 18, alla Stazione Rulli Frulli
, ci sarà il gran finale con l’ospite internazionale: il maestro del thriller psicologico Wulf Dorn. Dialoga con lui, l’assessora alla Cultura Elisa Cavallini. 

Per tutta la durata del festival sarà presente uno stand a cura di “Tra le note libri e vinili” con in vendita i libri degli ospiti, dischi e curiosità.

“Siamo molto soddisfatti – aggiunge l’assessore alla Cultura, Elisa Cavallini – dell’eccellente lavoro che Barbara Baraldi e i nostri uffici hanno svolto e che ha dato come risultato un programma davvero interessante, che catturerà l’attenzione di molti appassionati lettori e non solo. Ci gratifica anche l’essere riusciti a coinvolgere nel Festival realtà che vedono la partecipazione di giovani finalesi, come il Nuovo Cinema Corso e La Stazione Rulli Frulli, che ringraziamo per la preziosa collaborazione”.

Cambiare le ossa: la nuova indagine di Aurora Scalviati dall’8 giugno in libreria

«Per trovare salvezza non basta cambiare la pelle. Serve cambiare le ossa.»

Torino, 1988. Tito Ferretti ha solo quattro anni quando assiste all’omicidio di sua madre e del suo amante: è opera del “mostro”, il serial killer che sta terrorizzando la città e che sarà catturato, dopo un’indagine serrata, dal sostituto procuratore Francesco Scalviati.
Sono passati 34 anni da allora. Il ricordo di quei fatti è lontano, ma il rinvenimento di un cadavere sfigurato sembra improvvisamente riaprire l’incubo: è Tito Ferretti. L’hanno massacrato con un antico spaccaossa, terza vittima di un assassino che agisce secondo una precisa, feroce dinamica. C’è un collegamento con il mostro, e quale? Il commissario Damiano Provera sa che solo una persona può venirne a capo: Aurora Scalviati, figlia del magistrato che negli anni Ottanta seguì il caso del mostro, venuta al mondo la notte in cui le mani del padre si macchiarono di sangue. Capace, soprattutto, di scorgere le connessioni che nessun altro vede, e farne materia per identificare il killer. Aurora si lancia nell’indagine, che è anche la sua ultima occasione di chiudere i conti con la memoria del padre. Realizza subito che, anche se non sembrano avere nulla in comune, le vittime sono state scelte in base a un disegno preciso. E viene attratta da due indizi inquietanti: delle inspiegabili incisioni sulle ossa di Ferretti e un libro misterioso sulle connessioni fra teoria quantistica e fede. Mentre cerca di decifrare l’enigma, arriva un’altra notizia terribile: Giorgia, una ragazzina di dodici anni, è appena stata rapita… È l’inizio di un viaggio allucinato dove Aurora dovrà ricostruire un meccanismo perfetto e spietato, confrontarsi con la potenza della mente umana e capire, una volta di più, che il passato è l’unica chiave per penetrare il presente. E l’unica possibilità di redimersi.

Aurora Scalviati torna in un thriller impetuoso, costruito con precisione chirurgica, sorprendente fino all’ultima pagina.

Cambiare le ossa (Giunti) sarà disponibile in tutte le librerie e gli store online a partire dall’8 giugno 2022.

Corso di scrittura in noir a San Lazzaro di Savena (BO)

Per tutti coloro che mi chiedevano un corso di scrittura, è con grande piacere che vi svelo che sarò tra gli insegnanti del corso di SCRITTURA NOIR diretto da Carlo Lucarelli e Giampiero Rigosi, coordinato da Sara Olivieri e Beatrice Renzi.

Il corso si articola in sedici lezioni all’ITC Lab di San Lazzaro di Savena (BO) a partire dall’8 giugno. Iscrizioni dal 3 maggio, alla scoperta dei segreti per scrivere di mistero. Insegnanti: Lucarelli, Rigosi, Baraldi e Matrone.

Ma non è tutto: ci sarà anche un contest che metterà in palio sette borse di studio per under 35, che permetterà di partecipare al corso gratuitamente o a metà prezzo.

Per saperne di più: Corso di scrittura noir a San Lazzaro

La nuvola bianca: un racconto per corrispondenza

«Gentile signora S.,
non ho mai scritto una lettera in vita mia. Quindi mi perdoni se ci sono degli errori. Ho solo questi pezzi di carta e non potrò ricopiare la lettera in bella calligrafia. Si dovrà accontentare della prima versione, e io dello spazio limitato a disposizione.
Lei non mi conosce. Io non la conosco. Ma è importante che mi legga fino alla fine, perché sono l’unica persona che può dirle la verità sulle ultime ore di Cristiana. Sua figlia.»

Volete ricevere un mio racconto per posta? Con tanto di francobollo, e contenuti speciali inerenti alla storia, che creano un oggetto da collezione?
Potete averlo grazie ad APRI.

«APRI è un progetto di racconti che arrivano per corrispondenza. La buchetta delle lettere, dove oramai si trovano solo bollette o i volantini che promuovono i vari #pizzacasa, torna a essere un luogo di sorprese, da aprire a fine giornata per vedere se è arrivata qualche lettera speciale. Riceverete una busta con una storia in forma epistolare, scritta da autori e autrici divers* assieme a cartoline, biglietti, immagini. Il francobollo, come la busta e il tipo di carta, sarà ogni volta diverso e declinato rispetto al racconto.»

Da oggi, il mio racconto thriller dal titolo La nuvola bianca, è acquistabile sul sito APRI. Si tratta di una storia… da brividi. E vi assicuro che i contenuti speciali non sono da meno! 

Il costo è di soli 10 euro, acquistabile QUI. 

 

Sentenza artificiale: dal 9 luglio in libreria!

Sentenza artificiale
Sentenza artificiale

Il mio nuovo thriller Sentenza artificiale (Chiarelettere) esce il 9 luglio in tutte le librerie. Si tratta di un romanzo autonomo, in discontinuità con la serie di Aurora, con una protagonista che non vedo l’ora di farvi conoscere: Cassia Niro, analista ministeriale coinvolta in un’indagine senza respiro, in cui in gioco non c’è solo la sua vita ma la tenuta dell’intero sistema democratico. «Saremo giudicati da un algoritmo? Un romanzo così verosimile da sembrare un incubo.»

Proprio giovedì 9 luglio, sarò a Modena per un firmacopie presso la libreria Mondadori Bookstore del Cinema Victoria, a partire dalle 18:30. La mia prima data post lockdown, in tutta sicurezza e nel rispetto delle norme sanitarie vigenti: potrete avere la vostra copia autografata, il giorno stesso dell’uscita!

Una riflessione sul nostro futuro prossimo in cui le scelte umane saranno sempre più influenzate – e in alcuni casi determinate – dalle macchine e dall’intelligenza artificiale. Un thriller nerissimo, come siete abituati dalla mia penna. Ma anche una riflessione sul ruolo degli algoritmi di intelligenza artificiale nella società odierna, e sulle problematiche etiche che solleva. Cosa succederebbe se l’uso della I. A. venisse esteso a campi in cui la discrezionalità umana è fondamentale, come la giustizia?

Il dibattito sulla giustizia in Italia è quanto mai acceso; ma sarebbe davvero possibile delegare decisioni di carattere penale a un algoritmo? Non è fantascienza: in alcuni stati degli USA è già un algoritmo a decidere sulla libertà vigilata dei detenuti. Ma nell’affidarci a questo tipo di tecnologia, non possiamo dimenticare le enormi problematiche etiche che solleverebbe la sua applicazione. Una macchina, per esempio, non è in grado di distinguere tra “bene” e “male” come li intendiamo noi esseri umani.

Il futuro è adesso. In un’aula del palazzo di giustizia di Roma, gremita di giornalisti e tecnici ministeriali, il visionario manager Aristotile Damanakis presenta LexIA l’algoritmo di “sentenza artificiale” che rivoluziona il processo penale: a stabilire la colpevolezza di un imputato sarà un programma in grado di considerare ogni aspetto del caso, dalle circostanze alle prove, dalle testimonianze alle attenuanti, rendendo superfluo ogni intervento umano. Basta un algoritmo per decidere se una persona ha commesso o no un delitto. Ma a scombussolare i piani del governo ci pensa l’affascinante e coraggiosa Cassia, che scopre un’anomalia mimetizzata nel codice di LexIA che potrebbe comprometterne l’imparzialità. La ragazza non ha dubbi: qualcuno ha violato la sandbox di protezione del sistema. Chi sta mettendo le mani sulla riforma della magistratura? Chi è disposto a uccidere pur di manipolare le sentenze? Da quel momento Cassia diventa un bersaglio. Come lei è stata in grado di vedere l’anomalia, qualcuno – attraverso l’anomalia – ha visto lei. Qualcuno che è disposto a tutto pur di coprire le proprie tracce. Nel complotto sono implicati gli stessi organismi che dovrebbero garantire l’imparzialità della giustizia e Cassia è determinata a fermarli a qualunque costo, mentre sulla vicenda incombe una domanda che in pochi sono disposti a porsi: «Se nessun uomo è al di sopra della legge, può esserlo una macchina?»

Il romanzo è già disponibile per la prenotazione in libreria, su Amazon, Ibs, Lafeltrinelli.it e sugli altri store online.

L’ultima notte di Aurora: dal 4 settembre in libreria!

L'ultima notte di Aurora
L’ultima notte di Aurora

«Molte persone vedono il mondo. Tu hai visto al di sotto di esso. Solo camminando tra le ombre hai potuto vedere cosa c’è sotto la superficie, laddove si annida il male. Solo così riconosci chi si è lasciato soggiogare dal buio, coloro che si nascondono nell’oscurità e hanno le mani macchiate di sangue. Solo così puoi fermarli. Sporcandoti le mani, permetti al resto del mondo di restare pulito.»

È sempre una grande emozione annunciare una nuova uscita, ma questa volta è diverso. È come se fosse tutto amplificato, perché questo libro ha una storia e un significato assolutamente peculiari; sto parlando de L’ultima notte di Aurora, Giunti editore, in uscita il 4 settembre.

Tanto per cominciare, c’è il mio rapporto con Aurora Scalviati, con ogni incontro che finisce per assomigliare a una seduta di psicanalisi (sebbene chi analizzi chi sia ben lontano dall’essere stabilito). Ritrovarla, a un anno e mezzo dall’uscita di Osservatore oscuro, è stato come incontrare qualcuno che credevi di conoscere bene e invece riesce ancora a sorprenderti. Certo, è sempre la poliziotta caparbia e intuitiva che, non importa a quale prezzo, riesce a entrare nella mente dei serial killer per cercare la verità. Ma la mente di un assassino può essere un labirinto in cui è facile perdersi, e non ritrovare più la via d’uscita.  

Aurora è un personaggio difficile, anzi una persona difficile. Dà tutto, ma chiede tutto a chi è disposto a seguirla. È bipolare, ha un carattere spigoloso e si prende maledettamente sul serio, però possiede una forma di pensiero laterale che le permette di individuare sulla scena del crimine dettagli cruciali, dove gli occhi degli altri non avrebbero neppure pensato di posarsi. Ma questa volta non basta. E la caccia al responsabile di un efferato omicidio si trasforma in un viaggio nelle profondità della psiche umana, attraverso i meandri la coscienza, “ciò che definisce l’uomo più del suo riflesso allo specchio”.

La copertina si presenta con un’immagine di rottura rispetto allo standard definito dai precedenti volumi della serie, e non è un caso. Il messaggio è che qualsiasi aspettativa può essere scardinata. Devo ammettere che mai come questa volta riesce a sintetizzare l’atmosfera che si respira all’interno del romanzo: l’abbandono a una (metaforica?) caduta nei recessi più inesplorati della mente, oltre il buio in cui si celano i residui delle esperienze che non siamo stati in grado di elaborare.

È questo che ho provato durante la stesura. La sensazione di precipitare in uno spazio sconosciuto, in cui l’intuizione di Aurora era l’unico appiglio, un raggio di luce che illuminava il buio e allo stesso tempo proiettava nuove ombre. Perché è impossibile camminare nell’oscurità senza diventare parte di essa. 

«Le ferite dell’anima sono le più difficili da risanare. Lo sa bene Aurora Scalviati, profiler in un commissariato della provincia emiliana con un doloroso passato alle spalle. Per questo ha accettato di raccontare la sua storia alla conferenza del professor Menni, tra i massimi esperti di disturbi post-traumatici. Ed è proprio qui che Aurora incontra una misteriosa ragazza dai lunghi capelli neri che le rivolge una singolare domanda: «Credi che si possa davvero uscire dal buio?». Un quesito che di lì a poco si trasforma in un testamento, perché la giovane si toglie la vita gettandosi dalla torre del palazzo, sotto gli occhi terrorizzati dei presenti. Un caso archiviato rapidamente come suicidio, ma Aurora non ci vede chiaro ed è ossessionata dalle parole della sconosciuta: un’ultima disperata richiesta di aiuto? Avrebbe potuto fare qualcosa per salvarla? Non c’è tempo però per i sensi di colpa: il ritrovamento di un cadavere orrendamente sfigurato, su una secca in riva al Po, la costringe a rivedere le sue priorità. L’unico indizio è la fotografia di una bambina, che la vittima conservava come un sinistro trofeo. È l’inizio di una caccia serrata a un serial killer feroce, inafferrabile come lo spauracchio di una leggenda popolare raccontata in quelle valli per tenere buoni i più piccoli: il Grigione, che strappa il volto delle sue vittime dopo aver danzato con le loro paure. Aurora sa di non poter fare tutto da sola: ha bisogno di riunire la sua vecchia squadra, i Reietti. Ma quando Bruno e Silvia le voltano le spalle, l’unico interlocutore rimane l’enigmatico Curzi che, pur rinchiuso nell’isolamento di una struttura psichiatrica, sembra conoscere la verità. Un grosso rischio per Aurora, perché scendere a patti con il male può scoperchiare segreti che avrebbero dovuto restare sepolti per sempre…»

L’ultima notte di Aurora (Giunti) può essere già prenotato in libreria o sugli store online Amazon e Feltrinelli.

 

Aurora nel buio vince il premio NebbiaGialla

È con orgoglio che annuncio la vittoria di Aurora nel buio alla nona edizione del premio NebbiaGialla per la letteratura gialla e poliziesca, sezione romanzi editi. Questo riconoscimento è ancora più gradito per le modalità con cui è assegnato; il pomeriggio di sabato 15 settembre i cinquanta lettori della giuria si sono riuniti al Centro Culturale Piazzalunga per esprimere la loro preferenza tra i quattro romanzi finalisti.

Il momento della votazione è stato all’insegna dell’emozione, con i giurati che sfilavano di fronte a noi autori (lo ammetto, le gambe mi tremavano non poco) per compilare la scheda con la propria preferenza e infine infilarla nell’urna. È proprio questo il grande punto di forza del premio voluto dal direttore del festival NebbiaGialla Paolo Roversi, un premio non solo prestigioso ma genuino, autentico, assegnato da persone accumunate da una travolgente passione per la lettura.

Un immenso ringraziamento va a tutti voi lettori e librai che avete permesso ad Aurora di “uscire dal buio”, che avete combattuto insieme a lei e avete innescato lo straordinario passaparola che a più di un anno dall’uscita del romanzo continua a far parlare di sé, a voi che mi abbracciate quotidianamente tramite i vostri commenti sul libro, con la condivisione delle emozioni che vi ha suscitato sui social e tramite le vostre personalissime recensioni. E un ringraziamento al mio editore, Giunti, che ha creduto in Aurora quando ancora non ci credeva nessuno, e a tutto lo staff che considero parte della mia famiglia.

Con la vittoria è arrivata anche l’opera realizzata dall’artista Massimo Bassi; è la tela che vedete alle mie spalle nella foto. Per saperne di più sull’evento: http://nebbiagialla.eu/2018/09/16/barbara-baraldi-vince-la-nona-edizione-del-premio-nebbiagialla/

Menù d’autore per Osservatore oscuro

Cucina letteraria? Si può fare! Ecco il menù ispirato al mio romanzo Osservatore oscuro, proposto per la serata modenese nel Chiostro della Biblioteca Delfini (Palazzo Santa Margherita – Corso Canalgrande 103, Modena).

Vi aspetto lunedì 25 giugno alle 18:30 per la presentazione letteraria, a ingresso libero e aperta a tutti. A condurre la serata sarà Bruno Ventavoli, direttore di «Tuttolibri».

Dalle ore 21 seguirà la cena, solo su prenotazione. «Sono d’autore anche i menu, realizzati dagli chef di Modena a tavola e ispirati ai romanzi ospiti.»
Il Menu Osservatore oscuro è ideato e realizzato dagli chef Anna Maria Barbieri (Ristorante Antica Moka, Modena) e Stefano “Straniero” Corghi (Enoteca Il Luppolo e l’Uva, Modena). Vini presentati dalla Cantina della Volta (Bomporto).

Il costo della cena con autore, bevande incluse, è di 30 euro a persona. I tavoli sono allestiti all’aperto nel chiostro di Palazzo Santa Margherita. Per informazioni e per prenotare: Biblioteca Delfini tel. 059 2032940.

Tutto quello che c’è da sapere su Torture Garden numero uno

mari«Per seppellire il passato, devi prima riuscire a ucciderlo. È quello che si ripete Travis, ex poliziotto allo sbando con l’ossessione di trovare un serial killer che sembra sapere tutto di lui. È quello che non vuole sentirsi dire Annie, che si nasconde dietro lo pseudonimo di Lady Cassandra, implacabile mistress, che quel passato ha cercato inutilmente di dimenticare. Annie e Travis non avrebbero mai più voluto incontrarsi, sono nemici come solo due amici possono diventare. E non hanno niente in comune. Tranne un segreto che per tutta la vita si sono sforzati di proteggere. Un segreto così sconvolgente da aver condizionato ogni aspetto della loro esistenza. Un segreto che affonda le sue radici in un luogo chiamato Torture garden, e che il serial killer appare determinato a scoperchiare. Per sopravvivere, Annie e Travis devono scendere a patti con la loro parte più oscura. Ma possono davvro fidarsi l’uno dell’altra?»

Il numero uno di TORTURE GARDEN (Edizioni Inkiostro) ha finalmente visto la luce. Potete trovarlo in tutte le fumetterie (nel caso non ci sia, basta ordinarlo) o sullo SHOP ONLINE di Edizioni Inkiostro.

Cosa vi dovete aspettare? Si tratta del primo di una miniserie da TRE ALBI. Ogni albo contiene due episodi di trenta tavole ciascuno (per un totale di 64 pagine). Il costo? 5 euro e 90.

Ai pennelli Rossano Piccioni, Simone Delladio e Sofia Terzo. La copertina che vedete (REGULAR) è firmata dal Maestro Nicola Mari. Su Lo Spazio bianco trovate un’anteprima di tre tavole, una per ogni disegnatore. Basta cliccare QUI.

Torture Garden variant RincioneLa storia è nata dall’urgenza di raccontare alcuni aspetti della realtà che mi circonda. Mi capita di osservare che i rapporti, che siano di coppia, di amicizia, di lavoro, siano spesso influenzati dalle regole di dominazione e sottomissione. «Let’s play master and servant» recita una vecchia canzone dei Depeche Mode. «It’s a lot like life». Torture Garden assomiglia alla vita, è desiderio di esplorare il lato nascosto di ognuno di noi, e che a volte è tanto più oscuro quanto più è luminosa l’anima a cui appartiene. Lady Cassandra, la protagonista femminile della serie, è così: una mistress all’apparenza spietata ma che non si piega di fronte alle ingiustizie. È un angelo travestito da demone.

E poi c’è la mia ossessione per il passato. Il passato che torna sempre per chiudere i conti lasciati in sospeso. Per Travis, il protagonista maschile, il passato è come una bestia affamata che lo insegue con il suo carico di ricordi, di sensi di colpa, di paure. Per entrambi, c’è una linea rossa che fa da filo conduttore: la vendetta, che a volte diventa un’ossessione. Ma che a volte è anche l’unica certezza. Quella che avete appena letto è un breve stralcio dall’intervista che ho rilasciato a Lo Spazio bianco, in cui parlo più approfonditamente della serie. Per leggere il resto, cliccate QUI.

Per i collezionisti, segnalo la splendida copertina VARIANT firmata Giulio Rincione e prodotta in soli 300 esemplari numerati. La potete acquistare QUI, ma affrettatevi perché sta esaurendo!

Che dire ancora? Sarò felice di ricevere i vostri pareri, se avrete voglia di leggerlo. E, come sempre, raccoglierò le vostre foto con l’albo un uno speciale album fotografico dedicato a voi.

«Ispirato da una storia vera, Torture garden è la discesa negli inferi di una mente criminale, un incubo a mente lucida. Uno scontro con se stessi e con i propri fantasmi. Perché per seppellire il passato, devi riuscire a ucciderlo. Prima che lui uccida te».

Dylan Dog n.348 «La mano sbagliata» in edicola dal 28 agosto il mio esordio nella serie regolare!

dylan-dog«Anita Novak è una pittrice all’apice del successo. Ma un terribile incidente l’ha privata della mano destra. Da quel momento, la sua mano sinistra, come animata di vita propria, inizia a dipingere quasi autonomamente, rappresentando la morte. Spetta all’Indagatore dell’Incubo, ingaggiato dall’artista, scoprire il nesso tra gli omicidi tracciati sulla tela e quelli che avvengono nella realtà.»

Questa la trama del n.348 di Dylan Dog come anticipata dal sito di Sergio Bonelli Editore. Ma c’è qualcosa che non poteva essere scritto tra le righe di questa anteprima, e che ha a che fare con le emozioni che mi stanno avvolgendo a pochi giorni dall’uscita in edicola dell’albo, fissata per il 28 agosto. Così come è difficile definire ciò che significa per me esordire sulle pagine della serie regolare dell’Indagatore dell’Incubo e che ho cercato di spiegare in questo post. Dylan è il primo fumetto che ho acquistato quando ero ragazzina e che mi ha sempre accompagnato da allora. Insieme a Dylan mi sono spaventata, mi sono commossa, ho provato empatia per i «mostri». E oggi ho cercato di raccontare una storia “da incubo” con tutto il rispetto per il personaggio di Tiziano Sclavi.

Con La mano sbagliata ho voluto mettere in scena una storia crepuscolare, nera, e al tempo stesso sensuale. È un omaggio ai film noir degli anni Quaranta, quelli dall’atmosfera torbida, avvolgente, e con l’immancabile dark lady in grado di fare a pezzi ogni certezza del protagonista. E come in un film in bianco e nero, Dylan si trova diviso tra la fascinazione per la “pittrice degli orrori” Anita Novak e la sensualità “salvifica” della sua antagonista, la pittrice Rita Leigh.

Come alcuni sapranno, il titolo di lavorazione dell’albo era Le mani di una morta, tributo alla più grande autrice del gotico letterario italiano, quella Carolina Invernizio definita dai detrattori «la casalinga di Voghera» e che a loro rispondeva: «Dei miei critici ho un’allegra vendetta, perché le mie lettrici sono le loro mogli, le loro figlie». E sì, come molti di voi hanno già notato, Anita deve il suo cognome all’attrice protagonista de La donna che visse due volte del maestro del brivido Alfred Hitchcock.

Dylan finisce intrappolato al centro del labirinto di ossessioni evocate dalla Novak e dai suoi quadri, ed è come se ad uccidere sia proprio la dea che domina l’artista: Ispirazione. La stessa dea che, lo vedrete, ha guidato la mano di Nicola Mari che ha illustrato questa storia. Avere avuto la possibilità di lavorare con Nicola è stato un privilegio, lui ha reso vive le mie visioni, impregnando la carta del tormento dei protagonisti, rendendo le loro paure reali. Più di una volta nell’osservare le tavole mi sono trovata con gli occhi lucidi, in una sorta di sindrome di Stendhal in cui sentivo l’abisso che imprigiona i personaggi guardare a sua volta dentro di me.

11745360_10153016601652916_8371385108329938484_nAnita è, a suo modo, un «mostro». La menomazione che ha subito ha segnato per sempre la sua anima. Ma per il suo volto ho chiesto a Nicola di ispirarsi a Veronica Lake, che secondo Bette Davis era “la persona più bella mai arrivata a Hollywood”. Volevo che ogni volta che Anita entrasse in una stanza fosse “una specie di magia”, il tempo si fermasse come quando Barbara Stanwyck scende le scale nella celebre scena de La fiamma del peccato indossando, per la prima volta nella storia del cinema, una cavigliera.

Questa storia rappresenta per me una riflessione sul mondo dell’arte, l’arte che può darti l’illusione di toccare le nuvole, ma che ti può anche distruggere… perché a volte l’arte può essere dolorosa come il risveglio da un incubo.

Già da ora ringrazio tutti quelli che avranno voglia di perdere cinque minuti del loro tempo per raccontarmi cosa ne pensano di questa storia, se hanno apprezzato qualcosa dell’immaginario che evoca. E tutti coloro che, in qualche modo, condivideranno con me questa grande (e spaventosa) avventura.

I prossimi appuntamenti: ci vediamo il 9 settembre alle 17:15 a S. Felice sul Panaro

Domenica 9 settembre, appuntamento a S. Felice sul Panaro (MO) per l’inaugurazione del nuovo spazio della biblioteca civica, a partire dalle 17,15. Sarà un’occasione anche per presentare il mio ultimo romanzo, Un sogno lungo un’estate, uscito per Einaudi ragazzi, ma anche di 101 misteri di Bologna (Newton & Compton). L’inaugurazione della biblioteca doveva aver luogo sabato 1 settembre, ma è stata rimandata a domenica 9 a causa del forte temporale.

 

«La noia» in ebook a 80 centesimi

Esce oggi in tutti i principali store e-book il mio racconto inedito «La noia», per la collana Coffee cup di Milanonera. Il prezzo è quello di un caffè, 80 centesimi. Anche la lettura dura il tempo di un caffè.

Un fuoco acceso, le pagine di un libro che bruciano. Un portatile che potrebbe contenere rivelazioni compromettenti. Carta che diventa cenere,mentre una madre vorrebbe proteggere suo figlio. Un delitto che è solo l’eco di parole in un diario, di chiacchiere in un talk show. E la noia che irrompe nella quotidianità di una famiglia normale e la fa a pezzi.

Come riportato sul sito Milanonera, «l’idea alla base di questa proposta editoriale è una collana dove figurano grandi autori con testi di qualità venduti al prezzo di un caffè. Scrittori di chiara fama, noti in Italia e all’estero, che creano un testo apposta per questa nuova avventura letteraria. Racconti brevi (un paio di cartelle al massimo) ma intensi, forti e decisi come l’aroma del caffè».

Questo il link per acquistarlo su Bookrepublic.

La Bologna «sporca»: La bambola dagli occhi di cristallo sul Corriere della sera

Oggi, sul Corriere di Bologna, un articolo di Massimo Marino: intervista e recensione del romanzo «La bambola dagli occhi di cristallo».

La bambola dagli occhi di cristallo sul Corriere della sera

Un estratto dell’articolo: «Il romanzo di Barbara Baraldi ha la felicità avvincente degli altri lavori della dark lady della provincia modenese. Il thriller scoppia nella vita quotidiana di ragazze comunissime, fragili, dolci, determinate. Il crimine seriale nasce come reazione, come frutto malato di una pianta che coltiviamo tutti i giorni, quella della violenza sulle donne. Tra aspiranti pubblicitarie, fidanzate strapazzate, spacciatori, machos, poliziotti sensibili, ragazzini frustrati, ricchi più o meno annoiati, sbocciano delitti firmati da impronte di tacchi a spillo marchiate nel sangue. Intorno sta lei, Bologna»

La bambola dagli occhi di cristallo: recensione e intervista sul magazine Fuori le mura

È stato pubblicato il 2 maggio sul magazine Fuori le mura l’articolo di Michele Ponte con la recensione del mio romanzo «La bambola dagli occhi di cristallo» e una breve intervista:

I portici  lungo le strade di Bologna, utilissimi in inverno per evitare di fare uno scivolone sulla neve, servono a poco se tra di essi vi si aggira una misteriosa killer senza scrupoli che, in tacchi a spillo, è sempre pronta a ferire a morte uomini eccitati. L’ispettore Marconi è il primo a intuire un collegamento tra gli omicidi, ma servono delle conferme, qualcuno che aiuti a capire chi sia la spietata assassina. A quanto pare l’unica persona pronta a venire in soccorso dell’ispettore è una medium, una testimone poco affidabile e con un fidanzato violento…

La bambola dagli occhi di cristallo, uscito nelle librerie inglesi lo scorso anno con il titolo The Girl with Crystal Eyes, era stato originariamente edito per il circuito delle edicole nella collana Giallo Mondadori. Ora, a tre anni di distanza, viene pubblicato nuovamente da Castelvecchi in una ristesura che aggiunge allo scritto originale una cinquantina di pagine andandolo a migliorare la narrazione e la completezza del testo, grazie anche alla maturata esperienza dell’autrice, Barbara Baraldi, che dal 2009 ha scritto ben cinque romanzi (di cui tre per Mondadori, uno per Castelvecchi e uno per Perdisa).

La componente più importante di un giallo? Sino all’ultimo non si deve scoprire chi è l’assassino. Quella di un film d’azione? I fatti si susseguono uno dopo l’altro a velocità elevata. Entrambi gli elementi pervadono le pagine del romanzo di Barbara Baraldi che, con una scrittura limpida volta a non appesantire il testo, ci immerge nelle storie di donne Continue reading