Cani perduti

cover glam pearl jam«Once upon a time I could control myself
Once upon a time I could lose myself
Oh try and mimic, what’s insane
I am in it, where do I stand?»

In tutte le librerie o negli store online potete trovare l’antologia Cani perduti (Edizioni Pendragon – collana Glam), dove c’è un mio racconto ispirato a Once, dall’indimenticato album Ten dei Pearl Jam.

Qui, la presentazione del volume: «Hanno segnato due generazioni, e non si fermano mai. Sono tra i gruppi più longevi, sono gli irriducibili del rock. Un pugno di autori appassionati della loro musica ha deciso di rendere omaggio ai Pearl Jam nel modo che conoscono meglio: raccontare pezzi di vita attraverso i titoli delle loro canzoni. Che si tratti di fughe o matrimoni, di serial killer o adolescenti, di amori clandestini o di crisi di coscienza, di vendette o di seconde possibilità, di un concerto a Trieste o di una compilation magica, la colonna sonora dei Pearl Jam accompagna le undici storie di questa raccolta, undici racconti di Cani Perduti che tentano di dare una direzione, un senso, per ritrovare la strada».

 

 

La Dolce Vita: il mio racconto L’amante sbarca in Inghilterra e America

tumblr_mhsubqneAT1qzgq6qo1_400“Italy is the land of La Dolce Vita (“the sweet life”) – but also amore and now, erotica. Bestselling editor Maxim Jakubowski has compiled a provocative collection of stories representing the best of Italian erotica written by women. Authors such as Valeria Parrella, Barbara Baraldi, Claudia Salvatori, Sofia Natella and Francesca Mazzucato- all notable Italian authors also known for their fiction, mystery, and blogging- lead the reader into new realms of desire.”

L’editor di bestseller Maxim Jakubowski ha scelto il mio racconto L’amante per l’antologia La Dolce Vita (Running Press) che racchiude racconti erotici italiani, scritti da alcune delle scrittrici più rappresentative nel nostro paese e che è uscito proprio in questi giorni in Inghilterra e in America. Quando ho aperto l’antologia mi sono accorta con orgoglio che è proprio il mio racconto ad aprire le danze.
Per chi volesse acquistare l’antologia e fare un tuffo nell’erotismo italiano, narrato in lingua inglese, ecco il link Amazon.

Barbara Baraldi e Maxim Jakubowsky

 

Vi ricordo che L’amante è uscito anche in Italia nella collana XS Mondadori, esclusivamente in formato ebook al prezzo di 99 centesimi. Per chi ha il Kindle, può essere acquistato su Amazon a questo link oppure per chi usa iPad l’indirizzo dell’ebook su Ibooks è questo.

 

La “quarta di copertina virtuale” del racconto:

cover-lamante“Un giallo ad alta tensione erotica, scritto da una giovane autrice di cui segnarsi il nome. Da tempo Mimma è l’amante di Fernando. Una storia classica, grande passione quando si incontrano, ma lui non ne vuole sapere di lasciare sua moglie, la dolce e fragile Sara. Finché Mimma non si mette in testa di conoscerla e, con una scusa, attacca bottone al supermercato. Tra le due, unite dall’amore per lo stesso uomo, nasce spontanea l’amicizia. Ma presto il loro rapporto si carica di pericolose ambiguità, e l’innocenza dei primi giorni viene perduta, per sempre. In queste pagine costruite come un crescendo costante di seduzione e inganno, Barbara Baraldi fa capire perché un documentario della BBC l’ha inclusa tra i più promettenti scrittori della nuova generazione. Ad aprile 2013 L’amante uscirà in Inghilterra e in America nell’antologia La dolce vita, una raccolta dei migliori racconti erotici italiani scritti da donne, curata da Maxim Jakubowski, uno degli editor più importanti del mondo”.

 

 

La morte dell’innocenza

È uscita in edicola l’antologia Eros & Thanatos nella collana Supergiallo Mondadori. L’antologia è curata da Lia Volpatti e contiene il mio racconto «La morte dell’innocenza». Le prime pagine del racconto:

Eros & Thanatos

La morte dell’innocenza

Lola e l’aurora

Lo spazio è angusto. Lola solleva la gonna e divarica le gambe in modo che le mutandine non scivolino a terra, ma rimangano sospese come un muro di tessuto a fiori. Le cosce in trazione, tornite e abbronzate, libere dalle calze. La pelle liscia e lucida.

«Lo sai che odio parlare oltre una porta chiusa» si lamenta Aurora, le spalle appoggiate alla porta della toilette. Di fronte a lei c’è un grande specchio sormontato da luci al neon. Cinque stelle comete che invece di regalare desideri illuminano i difetti. Mostrano le imperfezioni della pelle, le piccole rughe, le borse sotto gli occhi. Aurora alza il mento e si guarda con sfida. Sfida la sua immagine come per dire che non le importa nulla se i capelli hanno perso lucentezza e fanno una piega strana appoggiandosi alle spalle. Grosse virgole che non riesce a domare e le danno un’aria dimessa; per non parlare dei chili di troppo di cui non riesce a liberarsi. L’ovale del viso non è più marmoreo. Una volta sembrava quello di una bambola.

Una bambola di porcellana.

Aurora rimane immobile anche se vorrebbe avvicinarsi alla superficie riflettente e tirare la pelle con le dita per vedere che effetto farebbe una tiratina qui, proprio sotto il mento.

Si tocca il seno. È ancora sodo nonostante tutto. Ci mancherebbe, non ha avuto figli. A questo punto, inutile ingannarsi. Non ne avrà mai. Il piacere della maternità lo lascia volentieri alle altre donne. Lei non ha tempo per certe cose, il lavoro viene prima di tutto.

«Non mi viene se qualcuno mi guarda. E poi non eri tenuta a parlare; dovevi limitarti ad ascoltare» risponde Lola oltre la porta chiusa.

Il getto di pipì interrompe per un attimo la conversazione. Lola presta attenzione a non toccare con la pelle nuda la tazza del water. È sollevata a mezz’aria con quelle minuscole mutande a fiori tese e i muscoli guizzanti che la fanno sembrare una gazzella pronta a spiccare un balzo.

Aurora si sistema il reggiseno. In fondo è ancora una donna piacevole, si convince. «Ti ho ascoltata e lo sai cosa penso in proposito. Per me non dovresti andarci», dice alla collega.

«Perché? Per rifiutare un invito così garbato dovrei avere almeno un paio di buone ragioni, invece ho solo ottimi motivi per accettare».

Lola tira lo sciacquone. Aurora sospira e si avvicina allo specchio. Finge di non vedere i segni d’espressione marcati ai lati della bocca. Si passa il lucidalabbra senza badare ai contorni. Un movimento veloce da destra a sinistra. «Vuoi davvero dei buoni motivi per non andare all’appuntamento? Ti accontento subito», asserisce.

Muove il pennello per labbra. Direttore d’orchestra che disegna parole invisibili. «Primo, Continue reading