Cari dylaniati, è finalmente aperta a tutti la sperimentazione sulla semivita. Per sottoporre la propria candidatura non dovete far altro che compilare il modulo disponibile sul sito della Voohrman & Kane. L’unico requisito è di essere mezzi morti, ma questo fa parte della vita contemporanea, no?
In edicola da oggi, 30 ottobre, DYD 470 “Una forma reversibile di morte”, testi della sottoscritta per i disegni del Maestro del Perturbante Nicola Mari. Copertina, naturalmente, dei redi-vivi Gianluca e Raul Cestaro.
Non mi interessa il litigio tra la Barladi e forza milan.: ma volevo dire la mia su una cosa, coloro che si nascondono dietro un nickname su internet dicono la verita e fanno analisi interessanti, coloro che fanno finta di metterci la faccia(vedi i vari Lucadeejay Storie dell’Altra Vita, dottor manhattan, Gianluca RKC Carboni ecc) sono 4 democristiani che dicono e tutto bello, magnifico, perfetto ecc. Spesso con video lunghi e logorroici con più pause di Celentano per arrivare a prendere quei due spicci da you tube.
Le legge le stroncature molto argomentate di Keanu Coen sul forum di dylan dog? così per par condicio
Perché “per par condicio”? Questo post è il semplice annuncio di un’uscita. Puoi immaginare che, tra le attività redazionali, la scrittura, i social e il sito, che seguo personalmente, cercando di rispondere a tutti (come puoi constatare), non mi resta il tempo per spulciare la rete alla ricerca di recensioni. Nel pochissimo tempo libero che mi rimane, preferisco leggere un buon libro, o un fumetto.
io le leggerei Keanu Coen è un professore del liceo insegna italiano e storia.
sua rece
A pagina 20 Dylan e Karen apprendono dell’esistenza del CEO della Premiata Ditta, Philip Strong, quindi da quello che sanno loro Strong è vivo e vegeto.
A pagina 22, per virtù dello Spirito Santo, Dylan si presenta alle guardie davanti alla Premiata Ditta, e dice – follia pura! – che sta “indagando sulla scomparsa di Philip Strong”, scomparsa di cui non ha mai sentito parlare. La Voohrman & Kane, per sua stessa ammissione, non l’ha neanche mai sentita nominare (pagina 17).
A questo punto, uno potrebbe pure, ingenuamente, obiettare che Dylan abbia fatto delle indagini, prima di andare a fare visita alla Premiata Ditta ma, appunto, solo un ingenuo potrebbe pensarlo. Innanzitutto, perché Dylan non indaga MAI.
E secondo, perché quando a pagina 33 arrivano nell’ufficio di Strong, Karen dice “è l’uomo nella videocassetta di mio padre…”. Manco il nome si ricordano più! E Dylan commenta con “ma di che sta vaneggiando?”, prova definitiva che Dylan non ha indagato su una beata ceppa.
Per il resto, ordinaria amministrazione Baraldiana. Voto infimo.
Da quel che mi dici, intuisco che consideri le opinioni del tuo amico professore autorevoli. Non lo conosco, ma immagino che il suo nome non sia quello che riporti. Personalmente (ma è una cosa mia) non do grande peso a coloro che si nascondono dietro un nickname su internet. Ma ognuno ha il diritto di scegliere i propri riferimenti in base alla proprie preferenze. Non dimenticare, però, che la lettura è un’esperienza personale, e ognuno trova nelle storie, sostanzialmente, ciò che sta cercando. Fa parte della magia della narrazione.
Ognuna delle affermazioni che mi riporti è confutabile, a partire dal fatto che Dylan Dog “non indaga mai”, che è una semplice sciocchezza, un’ipotesi personale e lontanissima dallo spirito della testata (la definizione di “indagatore dell’incubo” fornisce un indizio). Ma le storie parlano da sé, si rapportano con il nostro inconscio e la nostra esperienza. Se il tuo amico professore desidera confrontarsi con me, come puoi constatare, non mi sottraggo al dialogo.
Ti lascio con un consiglio: leggi le storie e fatti un’idea tua, sulla base di ciò che ti suscitano (in positivo e in negativo), e poi torna con la tua opinione, piuttosto che riportare quella di qualcun altro. Ti sembrerà un’affermazione ovvia, ma le storie non sono “equazioni da risolvere”. Nel mondo dell’immaginazione, non esiste un “è così e basta, perché l’ho detto io”.
Personalmente mi piacciono della sua gestione Porretto e Mericone. Prima di tutto, per la durezza delle loro storie. Mai un minimo di respiro, mai un minimo di umorismo, mai un pizzico di stemperamento. Il loro dylan é il più serio e concentrato mai visto nella testata , il clima che si respira é sempre cupo e teso. Bene anche Bruno Enna che pur scrivendo principalmente Topolino si dimostra un buon mestierante del horror. Ottimo il ritorno di Claudio Chiaverotti. Pessimo Alessandro Bilotta, alcuni lo venerano io lo trovo dispersivo e inconcludente. Soprattutto con il pianeta dei morti che continuava ad aprire sotto trame che mai chiudeva. Tiziano Sclavi ha fatto non bene ,ma benissimo a chiuderlo. Le sue invece sono troppe leggere e rovinate dalle protagoniste femminili isportabili(che c’è di sbagliato in me?) La sua frase tormentone.
Comunque io rimango un lettore, Dylan Dog e come il milan. Curatori, autori, giocatori e allenatori vanno e vengono. Lui rimane.
Una splendida storia!
Grazie Andrea!