La casa di Amelia – Recensione dell’Angolo nero

Benvenuti in mia casa. E bentornati negli incubi di Barbara Baraldi. Dopo La collezionista di sogni infranti, che aveva riscosso ben meritato successo, molti si erano chiesti quale sarebbe stata la sorte della protagonista, Amelia. L’avevamo lasciata alla fine del precedente libro in viaggio verso casa con uno scrigno di feticci – quelli di cui è collezionista, appunto – e molti dilemmi irrisolti. La ritroviamo a casa della nonna, sommersa da incubi e paure che Amelia tenta di esorcizzare con la solitudine e con rituali privatissimi. Ma qualcosa è rimasto in sospeso e i conti col passato sono tutt’altro che chiusi. Amelia deve intraprendere un nuovo viaggio verso una destinazione già nota, necessario ma forse nn sufficiente per una catarsi purificatrice.

Ha la struttura di una favola, La casa di Amelia, ma a differenza che nel precedente i risvolti sono molto più neri. La principessa triste deve lottare contro forze avverse e a nulla può l’Amore, che nelle favole è forza motrice e risolutiva. Il Male pretende il suo sacrificio…
Scrittura scorrevole e incalzante, ansiogena. Da sottolineare il taglio cinematografico di molte scene che, come in altri lavori di Baraldi, sono debitrici del cinema degli anni ’70. Un’ottima prova d’autore per la regina dell’incubo nostrana.

Il romanzo è uscito, contro ogni superstizione (o forse proprio a causa di?), oggi, venerdì 13 febbraio…

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