La casa di Amelia – Recensione di Mondo rosa shokking

La casa di Amelia è una favola, ma una favola dell’orrore.

Potrebbe essere paragonato per lunghezza e stile a “Il piccolo principe” di Antoine de Saint-Exupéry: poco più di cento pagine, frasi brevi, capitoli corti. Peccato – e per la fortuna degli appassionati del genere horror-noir – nell’ultimo libro di Barbara Baraldi non esistono personaggi commoventi, insegnamenti e morali edificanti, anzi…

Il filo conduttore di questa storia, che si legge tutta d’un fiato col cuore in gola, è la paura, l’angoscia, il terrore verso qualcosa o qualcuno che si pensava ormai relegato ad un tragico passato di sangue, e che invece sembra esser tornato per perseguitare Amelia, la protagonista. Senso di colpa, incubi, e allucinazioni si mescolano in un gioco diabolico che fanno ripiombare la mente già confusa della ragazza, in una spaventosa realtà: sarà tutto frutto della sua distorta immaginazione, oppure chi doveva essere morto, chi lei è convinta di aver ucciso con le proprie mani – e di cui ha anche conservato macabri souvenir – sta tramando per punirla e trascinarla con sé negli inferi?

Le tinte gotiche del romanzo, l’ambientazione, che si divide perlopiù tra due tetre case (quella lasciatale dalla nonna alla sua morte, e quella del mistero da cui tutto l’orrore è iniziato), e l’immagine ambivalente che viene data di Amelia – vittima o assassina? indifesa o coraggiosa e determinata? lucida o pazza? – sono solo alcune delle peculiarità che contribuiscono a creare e ad accrescere progressivamente la tensione nel racconto.

Poi, grazie ad una narrazione fluida e incalzante, questo viaggio nell’inquietante memoria della protagonista si snoda tra le cupe riflessioni della giovane e l’avventura che decide di intraprendere per esorcizzare i fantasmi del passato.

Il finale arriva tanto inatteso quanto sanguinoso, e ancora una volta, come nel precedente libro “La collezionista di sogni infranti” – legato e allo stesso tempo distinto da “La casa di Amelia” – rimane una senso di sospensione, di conclusione nuovamente mancata…

Carlotta Pistone

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