Lullaby e le opinioni dei lettori – IV

Ricevo e volentieri pubblico alcuni commenti su Lullaby che sono arrivati via email o tramite Facebook.

Francesca: Finire un libro è sempre una sensazione particolare, soprattutto quando legate a quel libro hai tutta una serie di emozioni e brividi.  I brividi sono quelli dati da una favola nera, gotica, da divorare; le emozioni sono date dal riconoscersi in qualche modo in ogni personaggio… anche nel Duca dai bianchi calzini. Ho passato una pasqua nerissima (perché all’insegna del gotico), che mi ha fatto venir voglia di tornare indietro nel tempo per rileggermi altre due favole nere della stessa autrice e rendermi conto di una cosa importantissima: la crescita. La scrittura di Barbara Baraldi è cresciuta, la mia passione per le sue favole è aumentata. E’ capace di creare un intreccio da batticuore, mattone su mattone, per poi distruggere il tutto con l’ultima pagina. E la giri quell’ultima pagina, e la trovi bianca. E ti guardi attorno smarrito, perché sai che domani non ci sarà più nessuna ninnananna della morte per te. Ma è un libro, e la cosa bella dei libri è che… li puoi rileggere all’infinito.

Miria: Come dice Carlotto, il tuo romanzo si beve tutto d’un fiato. Comprato ieri e finito mezz’ora fa. Da rileggere per alcuni passaggi che ho molto apprezzato e che sono indice di una scrittura a scatto, onnisciente e sorvegliata che precede il suo “giallo” interiore e gli apre pista. Bellissimo! complimenti Barbara, hanno ragione a dire che sei l’autrice più rappresentativa del romanzo gotico italiano.

Barbara: Senza parole ma in estasi…ho cominciato Lullaby ieri e l’ho terminato….ieri! Poche, pochissime volte mi è successo di terminare un libro così in fretta ma mai affermazione fu tanto azzeccata: ” Me lo sono bevuto” scrisse Carlotto..Ma INIETTATO NELLE VENE direi io…i miei complimenti davvero, il sabato sera più bello degli ultimi tempi solo grazie a te:)…sapessi scrivere, ti regalerei una di quelle recensioni da dieci e lode…ma ahimè son solo una lettrice, accontentai del mio rispetto. Grazie ancora

Simone: Ho letto Lullaby:la prima parte ha fatto salire l’angoscia. i tuoi personaggi mi sono entrati sotto la pelle e hanno depositato tutte le loro paure, gli stati d’animo cosi’ finemente tratteggiati. il finale poi mi ha sorpreso e giuro che non mi succedeva da tanto tempo. Ti faccio i migliori complementi per questa tua ultima opera che mi ha dato la voglia di scoprire, il prima possibile, gli altri lavori. Grazie per aver regalato tempo ad una storia che merita.

Davide: Ciao Barbara,prima che L’adsl si blocchi cerchero’ di scrivere le mie impressioni sul tuo romanzo ”Lullaby”. Premetto che non conosco molto del genere gotico,ma i thriller mi sono sempre piaciuti,amo il genere. La mia nn vuole essere ne una critica ne un giudizio,solamente ti diro’ quello che mi ha dato leggere il tuo libro. Ti confesso che appena vidi la copertina in foto di ”lullaby” rimasi attratto dal suo insieme, il teschio,il titolo stesso che fa’ da riferiento ad un gruppo che ha lasciato il segno, e poi quelle foglie su uno sfondo rosso,come l’amore,la passione e come il sangue, contornato da riflessi neri,profondi. Profondi e reali come i personaggi di questa storia,che devo dire da subito mi hanno fatto entrare nel loro mondo. Marcello,credo che rimarra’ il personaggio nel quale mi sono veramente specchiato moltissimo,una vita fatta di ricerche e domande interiori,inadeguatezza ,e quella non costanza nel lottare per raggiungere il suo scopo, una madre soffocante,come la mia. Bello, bello perche’ ogni singolo soggetto di questo romanzo racchiude in se questo eterno senso della vita, ognuno di noi che con la sua storia ritrova comunque la parte oscura del male e da una parte ci convive,anche se in certi aspetti non gradevolmente., ma questa e’ la vita, fatta di bianco e nero, e in questo nero c’e’ l’abisso cosi’ profondo dove non si riesce a vedere il fondo. Mi sono fatto pure delle grasse risate di gusto in alcuni momenti grazie a marcello,che nel suo essere cosi’ tragicamente veritiero ha un suo senso dell’humor. La parte finale rimane quella che secondo me si avvicina alla grande,con il suo ritmo incalzante e pieno di suspance ad un romanzo thriller -noir, la parte Gotica io la trovo direttamente nell essere dei personaggi, dove si capisce che comunque rimarra’ in loro. Una narrazzione autentica. Una lacrimuccia mi e’ sfuggita nello scambio di battute tra marcello e sua mamma,dove alla fine lei gli chiede se tornera’ a cena,dicendogli che non si sono mai conosciuti a fondo, beh questo e’ successo a me con i miei e ad oggi questa condizione rimane tale,forse una parte della mia sofferenza deriva proprio da questo. Complimenti Barbara, leggero’ volentieri tutti gli altri tuoi romanzi. Questo libro mi ha lasciato delle tracce.,da conservare con affetto. Spero di nn averti annoiato con tutto cio’ ;-9 ti mando un abbraccio e ti auguro buon lavoro! a presto, Davide.

Antonella: Ciao Barbara, ho finito ora di leggere il tuo libro! Quello che leggerai credo non si avvicini minimamente ad una recensione, sono solo le emozioni e i pensieri che scaturivano in me mentre leggevo Lullaby. L’ ho scritte durante la lettura… ” In una realtà ferma, immobile, inchiodata a terra, dove si vive solo per abitudine o per caso, si intreccia la vicenda di un aspirante scrittore, Marcello, e quella di una giovane ragazza, Giada. Due esistenze così diverse? O due creature avvinghiate dal senso del “non Essere” e dall’ assenza di libertà …Incatenate al vissuto di soffocamento che genera un dolore interiore lancinante? Qual è l’ arma che useranno per non dissolversi? Quale dei due sferrerà il primo colpo?A chi spetterà la salvezza e a chi la dannazione? Marcello, un uomo debole, bisognoso di aggrapparsi agli inconvenienti della vita per giustificare un’ aspirazione che forse non lo calza realmente, che forse non lo apparterà mai. E’ però rassicurante. “Non si corre mai il rischio di perdersi, fin quando si è al caldo di uno spazio ben definito”. Quale è il prezzo da pagare per l’ Ispirazione? Quale gesto può compiere la mano di un uomo per donarsi la Nascita?Basta mettere a tacere ciò di cui pensa essere causa della sua “morte”, per credere finalmente di poter vivere? Basta mettere a tacere delle creature inermi, per iniziare a scrivere la Trama della propria Vita? Con lui il suo amico Fede, l’ amico di sempre, l’ amico per caso. Un uomo, con uno mistero da salvaguardare, che toglie energia all’ amico facendo continue richieste di comprensione. E poi lei, Giada, “piccola” forte creatura, così vicina a Marcello nel tentativo di sfuggire al dolore del vuoto e della solitudine. Quel vuoto che cresce, quando sale sulla giostra della dolce tortura del regalarsi a chi non le dona amore. Il vuoto si espande ad ogni nuovo abbandono. La rabbia cresce al vissuto di solide illusioni. Quel vuoto si tramuta in esistenza e la rabbia si placa al contatto del calore dell’ amica Luana. Due anime opposte Giada e Luana: l’ incertezza affiancata dall’ effimera sicurezza; il tormento placato dal dolce abbraccio di una fragile serenità. La rabbia e la tristezza negli occhi di Giada svaniscono alla visone dell’ immagine angelica di Luana. Una principessa dell’ Est che sembra emanare luce e prendere vita solo per salvare l’ amica. Per quanto tempo ancora durerà il piacevole gusto del dolce sogno, prima che Giada sia costretta a spalancare gli occhi su una nuova verità? In una realtà così stretta, la trama, come una ragnatela intessuta dalla follia del ragno, si allarga incessante intrappolando a se tutti i personaggi. In un flusso vertiginoso di accadimenti e delitti, sembra avvenire un continuo cambiamento di scambi di ruolo: quello che sembrava il carnefice forse diventerà la vittima…, gli “angeli” sembrano tramutarsi in dannati …, i nemici sembrano diventare complici … Chi riuscirà a liberarsi dalla trappola? Giada può ancora salvarsi. In verità le sue ali dolenti non hanno mai smesso di battere .  La sua vita, ora come non mai, è inscindibile a quella di Marcello, un uomo sollevato in tempo dalle sabbie mobili da delle ali spezzate di una “piccola” creatura. Forse non è mai troppo tardi per rinascere dalla “morte”.

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