Si perde davvero chi si ama solo quando non lo si ricorda più: Un sogno lungo un’estate sulla rivista Andersen

Ricordi che riaffiorano. Si dice che i ricordi peggiori vengano in qualche modo cancellati dalla nostra memoria, rimossi, a preservare un giusto equilibrio e una costante serenità mentale. Senza addentrarsi in considerazioni psicanalitiche, questo è quello che accade a Matilde, una ragazza di tredici anni alle prese con una vita apparentemente normale, tra contrasti con i genitori, vacanze indesiderate e un certo scetticismo nei confronti degli adulti che la accumuna a tanti adolescenti. Il “risveglio” di Matilde, o meglio, della sua memoria, avviene durante un’estate iniziata col piede sbagliato. A causa dei problemi di lavoro del padre, infatti, la ragazza è costretta a passare i mesi precedenti l’inizio del liceo presso la casa di una lontana zia, infelicemente ubicata in un desolato paesino di campagna.

Nonostante la situazione sulle prime non appaia molto promettente, Matilde cercherà di adattarsi, tanto che la vacanza si rivelerà una grande occasione per conoscere qualcosa di più sul proprio passato, sui propri genitori, e soprattutto su di sé.

Un romanzo di formazione che si articola su più livelli: il libro è, in parte, una storia familiare, misteriosa e drammatica, in parte il racconto di un’avventura, alla ricerca di un antico tesoro e, infine, una storia di amicizia e di confronto tra persone diverse ma, allo stesso tempo, affini.

Barbara Baraldi riesce, con abilità, a caratterizzare in maniera realistica ed efficace, i personaggi del suo romanzo, analizzando da una prospettiva particolare il rapporto genitori-figli. Personaggi articolati e complessi, i genitori della protagonista hanno personalità che a Matilde riesce difficile comprendere: il padre, nostalgico e deluso da un lavoro e da un matrimonio che iniziano a scricchiolare, non capisce fino in fondo le necessità della figlia; la madre, una figura algida e priva di forza di volontà, non riesce a comunicare con lei, chiudendosi a riccio ogniqualvolta Matilde provi ad avvicinarla.

Essi, inoltre, non si scontrano direttamente con la giovane protagonista, ma la tengono a distanza. Per proteggerla, scopriremo, ma impedendole di essere parte attiva all’interno della famiglia, isolandola e nascondendole una verità dolorosa, ma che dovrebbe necessariamente conoscere. Dietro questo atteggiamento si cela un dolore forte, una sofferenza estrema che spiega almeno parzialmente il comportamento dei due adulti nei confronti della figlia. E che motiva, anche, la condotta severa e distaccata della zia Isabella, così allegra nelle vecchie foto, e ora incapace di un sorriso.

Solo quando il passato verrà dissepolto, sarà possibile per i componenti della famiglia confrontarsi gli uni con gli altri; sarà questo il momento in cui Matilde si renderà conto di essere diventata grande e in cui i suoi genitori capiranno di dover cambiare atteggiamento se vogliono far funzionare l’intricato ingranaggio alla base dei loro rapporti. Un’acuta riflessione sul tema della memoria, perduta, recuperata e resa immortale dalle nostre azioni.

Martina Russo

Articolo pubblicato nella rivista Andersen – aprile 2012

Un sogno lungo un’estate su La Repubblica

Matilde ha quasi quattordici anni, un amoretto forse appena nato e vorrebbe passare l’estate con la migliore amica, Veronica, in Sardegna. Una vacanza tutta chiacchiere e pettegolezzi, con il sole addosso e gli auricolari alle orecchie. Le tocca invece stare “in prigione” coi genitori a tre ore dalla città, nella vecchia casa della zia Isabella, che poi non è proprio zia. È, come si dice, prozia? Seconda zia? Insomma, è la sorella del padre del babbo.

Arrivati. Una costruzione in campagna, niente di che. Aspetto dimesso, screpolata, l’edera a coprire gran parte della facciata. Galline, gatti, lucertole, oche. Oche? Sì, una squadra intera, altissime, grosse e arrabbiate. Fanno la guardia, come quelle del Campidoglio. E che uova, enormi.

Barbara Baraldi è autrice di romanzi noir, di testi di narrativa per adolescenti e sceneggiature per fumetti. È sempre una grandissima emozione per lei annunciare l’uscita di un nuovo libro, il 13 marzo, tra i titoli Einaudi ragazzi, nella collana Carta bianca. “Un sogno lungo un’estate” (216 pp. 10 euro) è un romanzo di formazione, spiega. Racconta di una ragazzina che viene sradicata dalla sua città e portata a trascorrere le vacanze in campagna. Un’abitazione inospitale, che sembra esercitare una cattiva influenza su chi la abita. Sarà per questo che la padrona è acida come uno yogurt? Però che buono lo zabaione di uova d’oca che le ha fatto bere, battuto con lo zucchero e qualcosa versato da una bottiglia scura.

Superata l’iniziale diffidenza, fa amicizia con tre fratelli del posto: Rachele, che parla a macchinetta, Rudy il piccolo guastafeste e Riccardo, sedicenne, appassionato di motocross. Si avventurano a caccia di un tesoro, lo stesso che avevano cercato i genitori da ragazzi. La mappa dipinta sulla facciata di un mulino da un pilota caduto nella zona nella seconda guerra mondiale e rimasto in isolamento proprio nell’antico edificio.

Le vicissitudini di Matilde si intrecciano con le avventure di Lucilla, la protagonista della fiaba che assorbe tutta l’attenzione della madre scrittrice, “chiusa in uno studio che somiglia a una torre in cui è prigioniera, costruita con i mattoni dei suoi silenzi”.

La ricerca di qualcosa sepolto, la scoperta di ricordi perduti e di colpe mai dimenticate. Matilde diventa la protagonista di una favola moderna in cui non sono i mostri a rubare le vite, ma il silenzio. “Scoprirà che il coraggio si conquista con le scelte giuste, giorno per giorno. E troverà una nuova consapevolezza, quella della memoria. Che è sempre stata lì, davanti agli occhi. Come una fotografia sbiadita, come una lettera mai spedita”.

Felice Laudadio jr.

Articolo pubblicato su La Repubblica Bari