The Dark Lady’s Bright Prospects: intervista sul blog americano Rap sheet

In occasione dell’uscita in lingua inglese de “La bambola di cristallo” (“The girl with the crystal eyes”) lo scrittore inglese Michael Gregorio, autore, tra gli altri, del best seller “Critica della ragion criminale” (Einaudi), mi ha intervistato per Rap sheet, uno dei più interessanti e più prestigiosi blog americani di Crime fiction. Trovate il testo itero della chiacchierata a questo indirizzo. Un ringraziamento particolare alla traduttrice Milena Rosa per l’aiuto 🙂

Wednesday, May 19, 2010

The Dark Lady’s Bright Prospects

Italian author Barbara Baraldi was first mentioned in The Rap Sheet two months ago, in our interview with British editor and former bookstore proprietor Maxim Jakubowski. We reported then that Jakubowski had signed the 35-year-old Baraldi as a contributor to his new publishing imprint, MaxCrime. Her thriller, The Girl with the Crystal Eyes (originally published in Italy in 2008), is being released this month in the UK as Max Crime’s first English-translated work. Jakubowski describes the book as containing “echoes of Hitchcock and [Italian film producer] Dario Argento and strong female characters on both sides of the good and evil divide.” Which is not faint praise.

Baraldi was born in the northern Italian countryside midway between Modena and Bologna. She fell in love with books and reading while still at school, and eventually she decided to study foreign literature. “My diet was a book a night,” she says. During the same period, she started writing “without telling anyone.” She had also “fallen in love with photography,” and hoped to become a professional shooter. To pay for her studies, she work­ed as a fashion model, which allowed her the luxury of a “very expensive” pro-quality camera. “That was when I started visually exploring the dark, forgotten corners of Bologna,” she explains.

During our recent conversation with Baraldi, we talked about her pseudonymous debut as a writer, her early taste in authors, and her fascination with the “dark side” of life and how that affects her fiction.

Michael Gregorio: I’m wondering how a studious young woman from the Italian countryside turned into a writer of noir. And in Bologna, too, a city famous for fine food and a love of the best things in life, rather than violent crime.

Barbara Baraldi: Well, I’ve always liked to tell stories… Continua qui

Barbara Baraldi incontra i personaggi del suo romanzo “La Collezionista dei Sogni Infranti”

“Siediti Barbara”. La voce era calma, sensuale. Era seduta al tavolo di cucina, inghiottita da una penombra fitta. La finestra dietro di lei mi permetteva di coglierne la sagoma, lame sottili di luce le decoravano il braccio destro. Giocherellava con un salvadanaio a forma di maiale, fuori dalla penombra assieme alla mano, sul tavolo bianco e verde. Spostai indietro la sedia e mi sedetti anch’io, di fronte a lei. La luce del tramonto che abbagliava un po’, illuminando al contempo i tratti del suo volto. Un chiaroscuro, quasi alla Caravaggio. Marina, sei come ti immaginavo, sei tu il personaggio che ho amato di più, mia creatura. Non oso dirglielo. L’ombra è la tua dimensione Marina. Non sei malvagia, ti sei persa nel mare di specchi della tua mente. Questa penombra non ti ha aiutato, questo nulla ha solo nascosto gli specchi. Mi dispiace. Non ne sarei uscita neanche io.
“Sei venuta allora, Barbara. Hai fatto bene. Anche tu in questa terra di nessuno, si sta bene la sera. Dovresti saperlo. L’hai creata tu, questa provincia ferrarese.”
Era già successo tutto, non c’era più motivo di agitarsi, di angosciarsi. Di soffrire. Lei era calma, mi pareva senza rancore, ora. Tutto sembrava come redento, seppure sotto una luce sinistra, irreale.
“Sei venuta per vedere come sto, ora?”. Non aspettò la risposta, non ci avrebbe creduto. “La vita in cui mi hai infilato dentro è languida e lugubre come questo tramonto. La sua luce è falsa e vuota. Come il silenzio di questa casa. Come la mia solitudine. Per due anni sono fuggita da questa pianura lunare. Mi collegavo al computer, lo sai, e cercavo Amelia. L’altra tua “creatura”, si dice così no? Ci parlavo a lungo, una menzogna dopo l’altra, bugie di pixel. Non ho mai capito perché la cercassi così tanto, così ossessivamente. Lo facevo e basta, io sono impulsiva. Non è stata una buona idea invitarla qui, il gioco non ha retto, le mie bugie mi hanno travolto come un liquame nero.
“Dimmelo tu chi era Amelia per me, voglio saperlo, ne ho il diritto.” Continue reading