Dylan Dog «La mano sbagliata» oggi su La Repubblica!

«Il mio Dylan Dog siamo noi, è un uomo con dei limiti, che affronta situazioni più grandi di lui. Ed è la sua normalità inquieta che racconto in “La mano sbagliata” coi disegni di Nicola Mari». Oggi su La Repubblica Bologna una lunga intervista in cui racconto… “Io e Dylan Dog”. Articolo di Alberto Sebastiani.

Repubblica-BO-Dylan-29-ago-15

Dylan Dog «La mano sbagliata»: La recensione in anteprima di c4comic!

11252158_809654725798087_7447243151376883901_nSul portale c4comic.it è uscita la prima recensione dell’albo n.348 di Dylan Dog «La mano sbagliata» che vede il mio esordio come sceneggiatrice sulla serie regolare dell’Indagatore dell’Incubo. Eccone uno stralcio!

TRA LA VITA E LA MORTE

Le mie aspettative e la curiosità intorno a questo albo di Dylan Dog erano a livelli inimmaginabili… tutta quest’ansia era giustificata? Risponderò nella maniera più sincera e personale possibile: Barbara Baraldi e Nicola Mari consegnano ai lettori dylaniati uno degli albi più riusciti del rilancio dell’old boy curato da Roberto Recchioni.
Barbara Baraldi è al suo esordio nella serie regolare mensile di una delle testate più monolitiche del fumetto italiano e ciò traspare chiaramente, non tanto per carenze dovute all’inesperienza (di cui non v’è traccia), ma per l’immenso amore e la cura riposta nel confezionare un albo destinato a rimanere nei cuori dei fan.
Dylan Dog sarà portato a ballare un valzer (metaforico e non) con due bellissime artiste: Anita Novak e Rita Leigh, rappresentanti rispettivamente morte e rinascita. Il tormentato eroe avrà il compito di investigare su alcuni omicidi che riprendono le stesse scene strazianti ed inquietanti dipinte da Anita.
Quest’albo si tinge di mille sfumature, vita e morte coesistono nella medesima arte elevandosi vicendevolmente. Questo fumetto tirerà fuori uno dei lati più amati di Dylan: il romanticismo irrazionale ed il suo continuo corteggiare ed essere corteggiato dalla trista mietitrice. I quadri di Anita mettono letteralmente i brividi, tuttavia non si può far a meno di ammirarli e rimanerne affascinati.

[…] Quest’albo si presenta come uno splendido connubio tra quanto ha fatto innamorare i lettori della prima ora ed il tentativo di rinnovo di una serie che merita non solo di sopravvivere ma di terrorizzare senza troppi riguardi migliaia di lettori. Barbara Baraldi conferma il talento e l’alchimia con il personaggiodimostrato nella storia breve scritta per il Color Fest, Nicola Mari impone la propria arte con una classe ed una cifra stilistica fuori misura.
La mano sbagliata non è semplicemente consigliato, è ciò per cui gli amanti di Dylan Dog ogni mese si recano in edicola sperando di trovare la storia che lascia il segno. Preparate i vostri tre euro e venti perché questa volta è andata proprio di lusso!

Articolo di Jacopo Cerretti. Leggi il testo completo su c4comic.it

Dylan Dog n.348 «La mano sbagliata» in edicola dal 28 agosto il mio esordio nella serie regolare!

dylan-dog«Anita Novak è una pittrice all’apice del successo. Ma un terribile incidente l’ha privata della mano destra. Da quel momento, la sua mano sinistra, come animata di vita propria, inizia a dipingere quasi autonomamente, rappresentando la morte. Spetta all’Indagatore dell’Incubo, ingaggiato dall’artista, scoprire il nesso tra gli omicidi tracciati sulla tela e quelli che avvengono nella realtà.»

Questa la trama del n.348 di Dylan Dog come anticipata dal sito di Sergio Bonelli Editore. Ma c’è qualcosa che non poteva essere scritto tra le righe di questa anteprima, e che ha a che fare con le emozioni che mi stanno avvolgendo a pochi giorni dall’uscita in edicola dell’albo, fissata per il 28 agosto. Così come è difficile definire ciò che significa per me esordire sulle pagine della serie regolare dell’Indagatore dell’Incubo e che ho cercato di spiegare in questo post. Dylan è il primo fumetto che ho acquistato quando ero ragazzina e che mi ha sempre accompagnato da allora. Insieme a Dylan mi sono spaventata, mi sono commossa, ho provato empatia per i «mostri». E oggi ho cercato di raccontare una storia “da incubo” con tutto il rispetto per il personaggio di Tiziano Sclavi.

Con La mano sbagliata ho voluto mettere in scena una storia crepuscolare, nera, e al tempo stesso sensuale. È un omaggio ai film noir degli anni Quaranta, quelli dall’atmosfera torbida, avvolgente, e con l’immancabile dark lady in grado di fare a pezzi ogni certezza del protagonista. E come in un film in bianco e nero, Dylan si trova diviso tra la fascinazione per la “pittrice degli orrori” Anita Novak e la sensualità “salvifica” della sua antagonista, la pittrice Rita Leigh.

Come alcuni sapranno, il titolo di lavorazione dell’albo era Le mani di una morta, tributo alla più grande autrice del gotico letterario italiano, quella Carolina Invernizio definita dai detrattori «la casalinga di Voghera» e che a loro rispondeva: «Dei miei critici ho un’allegra vendetta, perché le mie lettrici sono le loro mogli, le loro figlie». E sì, come molti di voi hanno già notato, Anita deve il suo cognome all’attrice protagonista de La donna che visse due volte del maestro del brivido Alfred Hitchcock.

Dylan finisce intrappolato al centro del labirinto di ossessioni evocate dalla Novak e dai suoi quadri, ed è come se ad uccidere sia proprio la dea che domina l’artista: Ispirazione. La stessa dea che, lo vedrete, ha guidato la mano di Nicola Mari che ha illustrato questa storia. Avere avuto la possibilità di lavorare con Nicola è stato un privilegio, lui ha reso vive le mie visioni, impregnando la carta del tormento dei protagonisti, rendendo le loro paure reali. Più di una volta nell’osservare le tavole mi sono trovata con gli occhi lucidi, in una sorta di sindrome di Stendhal in cui sentivo l’abisso che imprigiona i personaggi guardare a sua volta dentro di me.

11745360_10153016601652916_8371385108329938484_nAnita è, a suo modo, un «mostro». La menomazione che ha subito ha segnato per sempre la sua anima. Ma per il suo volto ho chiesto a Nicola di ispirarsi a Veronica Lake, che secondo Bette Davis era “la persona più bella mai arrivata a Hollywood”. Volevo che ogni volta che Anita entrasse in una stanza fosse “una specie di magia”, il tempo si fermasse come quando Barbara Stanwyck scende le scale nella celebre scena de La fiamma del peccato indossando, per la prima volta nella storia del cinema, una cavigliera.

Questa storia rappresenta per me una riflessione sul mondo dell’arte, l’arte che può darti l’illusione di toccare le nuvole, ma che ti può anche distruggere… perché a volte l’arte può essere dolorosa come il risveglio da un incubo.

Già da ora ringrazio tutti quelli che avranno voglia di perdere cinque minuti del loro tempo per raccontarmi cosa ne pensano di questa storia, se hanno apprezzato qualcosa dell’immaginario che evoca. E tutti coloro che, in qualche modo, condivideranno con me questa grande (e spaventosa) avventura.

Dylan Dog a Castiglione dei Pepoli: l’articolo su Repubblica

dylan castiglione

È uscito oggi sul quotidiano La Repubblica un articolo firmato Alberto Sebastiani sull’edizione 2014 di Crime City Comics dedicata a Dylan Dog a cui parteciperò domani e domenica. La bonus track dell’articolo? Un’anticipazione in assoluta anteprima della mia prima storia per la serie regolare dell’indagatore dell’incubo 😉

Se all’ombra del Big Ben vedete girare mostri e un tipo simile a Rupert Everett in giacca nera e camicia rossa al fianco di belle signore, mentre un buffo soggetto spara freddure di continuo e delle canzoni rock aleggiano nell’aria, allora i casi sono due: o siete in un albo di Dylan Dog, o siete a Castiglione dei Pepoli. Da oggi alle 18 a domenica, infatti, nella cittadina dell’appennino toscoemiliano va in scena “Crime City Comics: Dylan Dog”, tre giorni dedicati all’indagatore dell’incubo creato da Tiziano Sclavi per Sergio Bonelli Editore. Vi si prevedono incontri, un concorso musicale, uno di fumetti e cinque mostre su Dylan Dog, dedicate alle sue donne, ai mostri cattivi, ai freak buoni, alle tavole originali dei disegnatori ospiti della tre giorni e soprattutto al suo “nuovo inizio”, ossia la trasformazione che sta vivendo la testata, e che i lettori scopriranno l’autunno prossimo.

Questa è la mostra principale: “Dylan Dog: Downgrade”, nelle sale del Palazzo Comunale, ed è di fatto un’anteprima della cosiddetta “fase 2”, con tavole e personaggi delle origini accanto ai nuovi lavori: quindi, l’ispettore Bloch ma anche l’ispettore Carpenter, e Groucho si arma di smartphone. “Sarà un nuovo inizio ma fedele alle origini, un Dylan Dog innovatore, inquietante, che scatena domande in una Londra attuale, come quella dove vanno i giovani oggi coi voli low cost”, dice Barbara Baraldi, scrittrice gotica e già sceneggiatrice di storie brevi di Dylan Dog, coinvolta nella “fase 2” nella serie ufficiale con un albo in uscita nel 2015. “S’intitola Le mani di una morta, in onore di Carolina Invernizio, la disegna Nicola Mari ed è una storia con dark ladies, di orrore romantico, inquieta ma col brivido della commozione”.

Anche lei e Mari sono tra gli ospiti a Castiglione, con Roberto Recchioni (curatore della testata) e sceneggiatori, disegnatori e copertinisti: Gigi Cavenago, Angelo Stano, Paola Barbato, Luigi Piccatto, Alessandro Bilotta, Paolo Martinello. Oggi ci sarà una preview, domani aprono le mostre, gli stand della Bonelli e delle autoproduzioni, e comincia “There Will be Ink 24h Comics Contest”, un concorso per fumettisti: alle 11 in punto ai partecipanti viene data una busta con le indicazioni, e in sole 24 ore devono creare una storia a fumetti horror della lunghezza minima di 3 tavole. Una sfida notevole, come quella che comincia stasera per le band emergenti, il rock contest “Il trillo del diavolo”. Ma la sfida maggiore sarà conquistare una copia del catalogo della mostra “Downgrade”, in tiratura limitata, per cultori. Quante copie? Ovviamente 666.

Alberto Sebastiani

Leggi l’articolo su La Repubblica

Dylan Dog Crime City Comics: eventi e catalogo in 666 copie

crime_dylan_dog2014Il  25 – 26 – 27 LUGLIO 2014 sarò ospite di CRIME CITY COMICS: DYLAN DOG, a CASTIGLIONE DEI PEPOLI.

Di cosa si tratta?
La Londra dell’Indagatore dell’incubo sbarca sull’Appennino bolognese con otto quartieri tematici per festeggiare la svolta editoriale della testata.
Un’occasione per passeggiare da Piccadilly a Golconda in pochi passi. Ci saranno mostre tematiche, conferenze e contest, tutto incentrato su un unico tema: l’Indagatore dell’incubo.

Durante CRIME CITY COMICS: DYLAN DOG sarà possibile acquistare presso il bookshop della manifestazione il catalogo DOWNGRADE a tiratura limitata di 666 copie numerate, di cui le prime 100 conterranno il quartino addizionale con un disegno inedito di Nicola Mari. Il Catalogo ha 116 pagine e il percorso discorsivo che presenterà al lettore sarà legato a un confronto tra gli esordi della testata e i “nuovi esordi”, in una sorta di messa in identità dei due inizi che viene ulteriormente sottolineata dalle chiacchierate con gli autori, che si intervallano alle pagine dedicate alle tavole (del nuovo e vecchio corso). Gli interventi all’interno del volume sono di: ROBERTO RECCHIONI, NICOLA MARI, PAOLA BARBATO, ANGELO STANO, BARBARA BARALDI, LUIGI PICCATTO, GIGI CAVENAGO, ALESSANDRO BILOTTA e MAURO UZZEO.  Si tratterà di un volume di grande formato (33×24 cm.) reperibili soltanto alla manifestazione.

Per comodità vi sottolineo qui firmacopie e conferenza a cui parteciperò:

SABATO 26/07 

16:00 – Firme presso lo stand della SERGIO BONELLI EDITORE e il BOOKSHOP in compagnia di Roberto Recchioni, Nicola Mari, Angelo Stano, Paola Barbato, Barbara Baraldi, Luigi Piccatto, Alessandro Bilotta, Gigi Cavenago e Paolo Martinello.

18:00 – DOWNGRADE: Conferenza con gli Autori di Dylan Dog sulla FASE 2.

19:30 – Aperitivo e cena a cura dell’organizzazione con ospiti e addetti ai lavori, in un casolare nella frazione di Lagora.

Sarò inoltre presente per dare consigli a chi partecipa al contest 24H COMICS CONTEST che sfida i partecipanti a creare un fumetto in 24 ore.

DOMENICA 27/07

11:00 – Firme presso lo stand della SERGIO BONELLI EDITORE e il BOOKSHOP in compagnia di Roberto Recchioni, Nicola Mari, Angelo Stano, Paola Barbato, Barbara Baraldi, Luigi Piccatto, Alessandro Bilotta e Gigi Cavenago.

14:30 – Tavola rotonda degli autori per il giudizio del 24h Comics Contes.

17:30 – Firme presso lo stand della SERGIO BONELLI EDITORE e il BOOKSHOP in compagnia di Roberto Recchioni, Nicola Mari, Angelo Stano, Paola Barbato, Barbara Baraldi, Luigi Piccatto, Alessandro Bilotta e Gigi Cavenago.

19:45 – Aperitivo con gli Autori.

21:00 – CRIME CITY ROCK CONTEST: IL TRILLO DEL DIAVOLO
Finale con 2 band in gara.

22:00 – Premiazioni e saluti di chiusura del Festival

Il programma completo, potete trovarlo qui.

 

Dylan Dog, la soffitta e gli incubi che diventano realtà

Dylan Dog. Illustrazione di Nicola MariChe tipo di bambini eravate, voi? Io ero una bambina silenziosa, di quelle vagamente inquietanti che non ti accorgi quando ti arrivano alle spalle. E che magari ti sorprendono con una domanda difficile, di quelle a cui non sai se rispondere con un sorriso di circostanza o con un aforisma tratto da un libro. C’è una notizia di cui voglio parlarvi, oggi, ma devo partire da lì, quando ero alta “due mele o poco più” e avevo ereditato da un lontano cugino uno splendido action figure di… Skeletor! Gli mancava un braccio, ma a me la cosa piaceva un sacco. Non pensavo affatto che fosse soltanto un giocattolo di seconda mano e forse un po’ inconsueto per una bambina della mia età. Il braccio che gli mancava, per me, era un chiaro segno del suo coraggio.

Chissà quanti mostri aveva sconfitto durante le sue avventure, Skeletor. Nella mia immaginazione doveva trattarsi di un guerriero affidabile, uno che non mi avrebbe mai piantata in asso. Con lui avrei potuto fronteggiare i fantasmi che vivevano nella soffitta. A quei tempi abitavo con la mia famiglia nella casa di campagna dei miei nonni, un’autentica casa da film horror, dove gli specchi nascondono mondi paralleli e di notte i mobili scricchiolano. Ma era dalla soffitta che provenivano i rumori più sospetti, minacciosi. Per accedervi era necessario far scendere una scala cigolante da una botola. Che, naturalmente, mi era vietato anche solo nominare. Mio padre diceva che era troppo pericoloso, ma io ero certa che il vero motivo per cui non potevo salire in soffitta fosse un altro: il patto segreto che aveva siglato con i fantasmi. Perché, altrimenti, gli avrebbe consegnato tutti quegli scatoloni sigillati nei quali non mi era permesso sbirciare?

mariCosì, un pomeriggio, insieme al mio coraggioso alleato Skeletor, ho rubato una torcia elettrica e ho aperto la botola proibita. Riuscite a immaginare una prova di coraggio più grande per una bambina di sei anni con le ginocchia sbucciate? Be’, ora immaginate la mia sorpresa quando aprii il primo degli scatoloni e scoprii che… era pieno di fumetti! Erano i fumetti di mio padre, quelli da cui non era mai riuscito a separarsi perché, si diceva, i fumetti sono cose da ragazzini, mentre lui, ormai, era un uomo. Io penso che non si è mai abbastanza grandi per leggere un fumetto, ma questo, all’epoca, non ero ancora in grado di argomentarlo.

E così ho scoperto che la soffitta di casa era infestata, sì, ma di storie. Li ho letti tutti, i fumetti di mio padre, a partire dalla sua collezione di Alan Ford. Ma è stato da adolescente che ho cominciato a comprare una serie in cui mi riconoscevo più che in qualunque altra, il mio primo amore “di china”: Dylan Dog. Fantasmi, incubi, ossessioni. Li ho ritrovati tra le pagine prima ancora di sapere che, un giorno, l’indagatore dell’incubo l’avrei incontrato per davvero.

ba-sorrisoCosì, dopo la mia storia Il bottone di madreperla, uscita nel Color Fest, eccomi ad annunciare che sto lavorando alla mia prima sceneggiatura per la serie regolare. Una storia fatta di ossessioni che nasce dai fantasmi di quella soffitta. Una storia gotica che vorrei esprimesse la sensualità del lato oscuro. E sono grata a Roberto Recchioni, il curatore della serie, che ha creduto fortemente nel progetto al punto di assegnarmi come disegnatore il principe delle tenebre del fumetto italiano: Nicola Mari.

Io e Nicola uniremo le rispettive visioni crepuscolari. Averlo al mio fianco in questa avventura è come avere al mio fianco Skeletor, quando ero bambina. Salire i gradini cigolanti che portano a una soffitta buia e attraversare quella… zona del crepuscolo che confina tra l’immaginazione e la narrazione.