Dylan Dog 453 “Pioggia di sangue” dal 30 maggio in edicola

Per scrivere Dylan è necessario offrire una parte di sé. Che siano gocce di sangue, un pezzo di cuore, o fumanti interiora. Non puoi rimanere distaccato, non puoi rimanere pulito, devi rovistare nella soffitta delle tue esperienze, scavare tra le tue paure, senza evitare di guardarle negli occhi.

Da oggi – 30 maggio – trovate in edicola Pioggia di sangue (Dylan Dog 453) dove racconto di Herman, un anziano solo, che si attacca a Dylan instaurando un rapporto di co-dipendenza. In questa storia c’è tanto orrore, ma anche tanta malinconia e dolore, senza rinunciare all’ironia. Vi confesso che nasce da un’esperienza personale o meglio, familiare. Oggi la vecchiaia fa più paura della morte e tante famiglie si trovano sole a dover compiere sacrifici, per amore (e con amore) dei propri cari che non sono più autosufficienti. Pioggia di sangue non è un albo facile, ma contiene vari spunti di riflessione su questa tematica, per me ancora troppo poco sviscerata.

È stato doloroso scriverlo, per alcuni (forse) sarà doloroso leggerlo.Ma Dylan indaga incubi e l’ho sentito come il compagno di viaggio perfetto per affrontare questo, che personalmente mi fa davvero paura.

Una curiosità: il titolo di lavorazione era “Herman pioggia di sangue”. Forse a qualcuno ricorderà un film nerissimo dell’86, ad altri… Nanni Moretti!

Grazie a Corrado Roi per aver saputo rendere le mie visioni come raffinati e inquietanti quadri, fatti di ombre ed emozione.

La magnifica copertina è dei “sanguinari” fratelli Cestaro.

🦇 «L’urlo del campanello squarcia la notte a Craven Road 7. Alla porta si presenta un anziano scorbutico, che dice di chiamarsi Herman e ha tutta l’aria di avere bisogno di aiuto. Herman non ha nessuno che si possa occupare di lui… a parte Dylan. Tuttavia, insospettito da una serie di inspiegabili eventi e da una catena di morti assurde, Dylan decide di intraprendere un’indagine privata. Ma Herman non risulta nella lista delle persone scomparse e sembra non avere un passato. Chi è davvero? È solo un anziano in difficoltà o nasconde un oscuro segreto?»

Shock! Dylan Dog 450, dal 28 febbraio in edicola

Dal 28 febbraio esce ufficialmente in edicola (ma da qualche parte si trova già): DYLAN DOG n. 450, “SHOCK”.
Scritto da me e illustrato dal Maestro del Perturbante, Nicola Mari. Una fiaba nerissima, una discesa nei meandri più oscuri dell’animo umano, mentre Londra è stretta nella morsa di un serial killer imprevedibile, la cui unica firma è l’efferato modus operandi: “rapisce, tortura, uccide”.
Copertina del tenebroso duo Gianluca e Raul Cestaro.

«Un uomo senza identità è convinto di essere già morto. Una donna senza identità compie una strage nell’ospedale in cui è ricoverata. Qual è il terribile segreto che li lega? Nel tentativo di far luce sulla vicenda, Dylan Dog e l’ispettore Bloch intraprendono un’indagine pericolosa, che li sprofonderà nei meandri più oscuri dell’animo umano, mentre Londra è stretta nella morsa di un serial killer imprevedibile, la cui unica firma è l’efferato modus operandi: “rapisce, tortura, uccide”.»
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Da oggi sono la curatrice di Dylan Dog

A volte una foto non basta per esprimere un’emozione. Questa è stata scattata a Milano, via Buonarroti 38, di fronte a una tavola del primo numero di Dylan Dog, per annunciarvi che da questo momento sono la curatrice della testata.
Ho iniziato a scrivere Dylan per dire grazie a chi mi ha fatto sentire un’adolescente meno diversa, parte di un tutto in cui il mio senso di solitudine diventava senso di appartenenza. È stato il primo fumetto che ho comprato con i miei soldi, e mi sono sentita subito a casa. All’epoca ero una darkettona che soffriva di timidezza cronica, appassionata di filosofia e di film horror, con gli anfibi sempre ai piedi, nove gatti, due cani e la parete della mia stanza piena di citazioni dei miei libri preferiti.
Una volta qualcuno mi ha detto che per scrivere buone storie di Dylan non basta scrivere buone storie, ma devi dare un pezzo di te. Ho capito presto che preferibilmente doveva essere un brandello sanguinante della tua anima, un trauma, qualcosa che ti fa davvero paura o che ti fa arrabbiare, ma soprattutto onestà. Perché, insieme all’orrore, Dylan è fatto della stessa sostanza delle emozioni.
Emozioni, come quelle che provo in questo momento. Lo ammetto, mi tremano i polsi. Ma c’è anche tanta voglia di mettermi al lavoro. Perché la cosa più bella di questo mestiere è vivere all’interno delle storie. Non smettere di esplorare l’animo umano attraverso l’orrore, il genere che più di ogni altro scava nell’inconscio, nel rimosso, e ci permette di allenarci alla paura. Il mio ringraziamento va dunque a Tiziano che con Dylan, fin dagli anni Novanta, mi ha trasportata in un mondo orrorifico dove esercitare ogni mese la meraviglia, e che oggi ha creduto in me e nelle mie storie. Ringrazio Cristina per la sorellanza, Michele e la dirigenza della casa editrice per la fiducia che mi hanno accordato, Franco per il supporto e per avermi insegnato tanto in questi anni, e naturalmente Roberto per avermi spronata sempre a osare, per quello che ha dato a Dylan come curatore, e per quello che continuerà a dare come sceneggiatore. E ringrazio tutti coloro che mi hanno supportata in questi anni, con messaggi, commenti sulle mie storie, ma anche condividendo la loro storia con Dylan. Chi ha speso tempo per argomentare le critiche e chi ancora, nonostante tutto, continua a esercitare la gentilezza.
Inizia oggi una nuova avventura, insieme agli sceneggiatori e ai disegnatori, storici e nuovi, ma soprattutto insieme a voi, lettrici e lettori di ieri, di oggi e di domani: perché essere dylaniati è per sempre.
 
QUI la news sulla pagina di Sergio Bonelli Editore.