Striges – La voce dell’ombra su Letteratura & cinema

Foto di Alessia PivaSul blog Letteratura & cinema è uscita una bellissima recensione di Striges – La voce dell’ombra firmata Marika Bovenzi. Una recensione che mi ha emozionato profondamente perché, dalle sue parole, Marika sembra aver percorso i corridoi del Santuario delle streghe insieme ai miei personaggi.

La condivido con piacere insieme alla foto di una lettrice, Alessia Piva, che ha interpretato Striges attraverso un make-up da brividi e una foto dalla forte intensità emotiva.

Vi lascio alle parole di Marika, ricordandovi che potete leggere la recensione di Letteratura & cinema per intero, guardando le splendide foto che sono state scelte per corredare l’articolo, cliccando qui.

“Solo l’amore più grande può bruciare oltre le fiamme del rogo”. Una semplice frase che racchiude l’essenza stessa del libro, del secondo attesissimo volume della saga che vede protagonista Zoe, una ragazza apparentemente normale che ignora il suo passato, forte e fragile al tempo stesso; una sorta di contraddizione vivente in cui pregi e difetti convivono, accettandosi e annullandosi a loro volta; una adolescente la cui quotidianità viene stravolta da segreti rivelati e da nemici antichi che le porteranno via ogni cosa.

Alla fine del primo romanzo abbiamo lasciato Zoe mentre scappava dal suo “inferno” in sella alla moto del suo antico amore, Sebastian, condannati a un passato di infelicità, ma ad un futuro di altrettanta oscurità a causa delle loro diverse nature e dell’antica rivalità che corre tra Streghe e Inquisitori. Nel nuovo capitolo ritroviamo la giovane nel Santuario delle streghe, un luogo sacro, il cuore pulsante della magia, anima dell’enorme potere che scorre nelle sue vene, dove si troverà ad affrontare diverse situazioni che la porteranno a dubitare della sua stessa identità.

Da questo nuovo libro si evince il senso di perdita, di dolore, dell’affezione alle piccole cose e ai particolari con cui Zoe deve fare i conti. Tutto ciò che prima era certezza, sicurezza, viene sgretolato, smontato in quello che a lei sembra un attimo, ma che in realtà è un lungo periodo in cui perde la percezione di ciò che le succede. Deve sopravvivere al vuoto dentro di lei come un enorme buco nero, dove ricordi e frammenti della sua vita sono scomparsi; deve far fronte alle nuove regole imposte da un luogo a lei sconosciuto, ma che in qualche modo intreccia continuamente fili con il suo passato e soprattutto deve affrontare diverse creature che si stanziano sul suo cammino. E’ una continua ricerca “di ciò che era e di ciò che potrebbe essere”, e solo quando riesce a ristabilire i punti cardini della sua vita, inizia ad avere la percezione dell’enorme potenziale che può avere la Custode delle falene e quindi a ricostruire l’enorme enigma che le avvolge l’anima.

Ritroviamo poi anche un collegamento al primo libro, “La promessa immortale”, in cui Zoe e Sebastian promettono di trovarsi ed amarsi al di là del tempo e dello spazio, come era successo quattrocento anni prima e come succede poi in questa nuova avventura, in cui apparentemente i loro corpi sembreranno distanti, ma le loro anime riusciranno a sfiorarsi e riconoscersi da principio. A fare da sfondo a tutto, troviamo la rievocazione in qualche modo di luoghi antichi (come l’acquedotto romano o Stonehenge) e mistici (come il lago, che nelle leggende antiche era simbolo del passaggio dalla vita terrena all’Oltretomba), che sin dalle prime pagine del romanzo evocano quel senso di arcano ed esoterico, accompagnato il tutto da personaggi secondari, ma non meno importanti come Misha, il famiglio di Zoe; Sam, una sorta di stella guida della strega, già incontrati nel primo volume, o ancora nuove conoscenze come l’antico popolo delle Amazzoni, negromanti, fate e demoni.

L’autrice con questo secondo volume, autoconclusivo come il primo, regala al lettore una storia forte e mozzafiato, capace di emozionare e, a tratti, lasciare senza parole. Per questo se avete voglia di provare un turbinio di sentimenti e immergervi in una quotidianità dove tutto è possibile, non mi resta che consigliarvelo assolutamente e augurarvi una buona permanenza al Santuario.”

Striges la voce dell’ombra: la prima recensione

L'illustrazione in copertina è di Nicoletta Ceccoli
L’illustrazione in copertina è di Nicoletta Ceccoli

“C’era una battaglia in corso che reclamava il mio contributo.
La mia coscienza si era risvegliata
da un torpore che sembrava durato secoli,
e con essa il senso di responsabilità.
Mi chiamavano la Custode delle falene
e il mio potere parlava al popolo fee.
Era giunto il momento di riunire tutte le creature soprannaturali
e chi come me si era sempre sentito diverso.
Era il momento di liberare streghe, negromanti, fate e Amazzoni
dalla persecuzione degli Inquisitori
e guidare il mondo verso la pace.”

Il conto alla rovescia è giunto al termine: oggi esce in libreria Striges. La voce dell’ombra, il mio nuovo romanzo edito Mondadori. La meravigliosa copertina è firmata dall’artista Nicoletta Ceccoli.
È una strana sensazione per me. Emozione, timore, batticuore. Lo scrittore lavora per mesi, a volte anni a un romanzo e “quando nasce” è come se improvvisamente non gli appartenesse più, diventa dei lettori. Il romanzo, come una farfalla, esce dal suo bozzolo e prende il volo posandosi sui lettori che lo scelgono e lo fanno proprio.

Un romanzo nasce da dentro, dalla parte più profonda dell’anima di chi lo scrive. A volte penso che la scrittura sia una sorta di magia e che le storie esistano già da qualche parte, in un universo parallelo e il compito dello scrittore sia, al pari di quello di un medium, di portarle in questa dimensione.
Per questo quando qualcuno, lettore, giornalista che sia, partecipa emotivamente alla narrazione, sente i protagonisti respirare e si perde nella storia come fosse un labirinto di emozioni da cui uscire solo all’ultima pagina, be’ questo per lo scrittore è il regalo più grande.

È con grande emozione che vi sottopongo la prima recensione di Striges La voce dell’ombra. È uscita su Sognando tra le righe ed è firmata Sara Sangue blu. Ne estrapolo un piccolo stralcio ma potete leggerla tutta qui, anche perché non contiene assolutamente spoiler e, lo ammetto, mi ha profondamente commossa. Si parla di tutto, dai personaggi all’ambientazione ed è ricca di citazioni e pareri motivati.

“Qualunque sia la cosa che possiate cercare in un romanzo qui la potete trovare.
Azione, suspence, magia, amore, avventura, brivido.
Barbara Baraldi, regina del gothic suspance in questo libro che sempre più mi appare, rispetto al precedente, una vera favola nera, ci fa tremare più di una volta grazie ai tanti nemici annidati in ogni angolo e all’atmosfera inquietante che pervade quasi ogni pagina (…).
Capita infatti perfino che arrivi un certo Adam a mettere in crisi la nostra protagonista che, fuggita da Milano in sella al cavallo d’acciaio del suo principe in nero (Sebastian), dopo un tragico incidente si risveglia in uno strano e misterioso luogo, circondata da strane e misteriose persone… tra cui appunto questo giovane magnetico e affascinante da cui si sente fastidiosamente e inspiegabilmente attratta.
Non pensiate si tratti del solito triangolo; anzi rappresenta un vero e proprio colpo di genio (oltre ad una buona manciata di peperoncino a speziare la squisita ricetta) che sono sicura anche voi apprezzerete.
Ma non sarà certo l’unica cosa sconvolgente che vi aspetterà tra i tanti capitoli che colorano “La voce dell’ombra” perchè Barbara Baraldi è stata magistrale nel dar vita a continui colpi di scena in un orchestrazione talmente perfetta e naturale da far sembrare plausibile l’impossibile e facendo funzionare tutto alla perfezione (…).
Il risultato è un romanzo che sconvolgerà le certezze di ciascun personaggio.
E del lettore.
Negromanti, traghettatori di anime, come Valentino. Nuovi abili e devoti famigli come Merlino. E tante nuove streghe come Adelaide, Morgween, Lucrezia (figlia di una Furia) mezza demone della Vendetta e Jezebel.
Tante sotto-storie diverse che si intersecano per le altrettante creature diverse che trovano rifugio in quel luogo specialissimo e affascinante che è il vero e proprio cuore pulsante del romanzo, su cui tutto si costruisce: il Santuario delle Streghe.
Un luogo mistico, eretto a protezione e difesa delle creature del crepuscolo e delle streghe in particolare, e un ambiente stimolante dove poter esercitare i poteri, voluto fortemente dalla Sorellanza e costruito verso la fine del dodicesimo secolo da tre importanti streghe denominate le Tre Madri Erranti, tra cui una, Erzsebeth Bathory, che col passare dei secoli divenne molto malvagia (…).
Non esito ad affermare che, secondo me, Striges la voce dell’ombra rappresenti l’apoteosi della narrativa fantastica italiana, in quanto contiene in sè talmente tanti elementi così ben amalgamati tra loro, da costituire un manifesto di quello che io, da appassionata lettrice di Urban Fantasy Young Adult, cerco in un romanzo di questo tipo”.

Nel pomeriggio, come promesso, Mondadori darà a tutti i lettori la risposta tanto attesa sulle sorti del terzo volume di Scarlett, quindi ci aggiorniamo prestissimo!

Striges: Le fiabe son tornate. La recensione di Stefano di Marino.

Una recensione di Striges che sembra quasi un saggio. E’ opera di uno scrittore che stimo, Stefano di Marino e parte dalle fiabe dei fratelli Grimm, passando attraverso al cinema di Tim Burton per parlare di stregoneria e dei miei scorsi romanzi. La recensione è stata pubblicata sul blog del professionista e su Liberi di scrivere.

Foto di Stefano Di MarinoLa fiaba è un genere molto amato e molto praticato della narrativa popolare. Sino a qualche tempo fa pareva relegato a vecchie raccolte di autori classici (Andersen, i fratelli Grimm) e a qualche racconto per bambini. Più di recente ha subito una rinascita nel cinema ma anche nei romanzi che ne hanno a volte colto il senso profondo del meraviglioso (sensoriale e sentimentale) tingendolo di  nero. Da Tim Burton aTwilight, da cappuccetto Rosso a Biancaneve e il Cacciatore ma mi piace inserirvi anche la visione cupissima di Golden e Mignola realizzata nella serie Baltimore il vampiro, ispirata al Soldatino di Latta. Di certo la fiaba (che si differenzia dalla favola dove i caratteri sono animali antropomorfi) ha sempre avuto un suo lato oscuro, affascinante e negli ultimi decenni ha mescolato il classico sfondo pseudomedioevale con ambientazioni e tematiche più moderne. L’avventura poi ci ha aggiunto qualcosa di dinamico, di vigoroso fondamentalmente a vantaggio delle eroine che, lungi da essere, damigelle in pericolo hanno preso saldamente le redini  della situazione. Come tutti gli eroi (maschi e femmine) non sempre partono da situazioni vantaggiose. A volte, e proprio qui sta la novità, è il disagio giovanile di chi si sente stretto tra una famiglia non in grado di comprendere la realtà oltre il visibile e la scuola, l’ambiente sociale e sentimentale in cui di ‘ streghe cattive’ e  ‘orchi’ in carne ed ossa ce ne sono sin troppi. L’amore tradito, impossibile si mescolano così alla presa di coscienza di essere donne speciali ma di avere sempre avversari in una realtà che urbana e moderna o medioevale fantastica è sempre fatta di grigi, di zone d’ombra. È il percorso narrativo di Barbara Baraldi, chiaro anche se non ancora così ben delineato, sin dai primi racconti, da quel  piccolo capolavoro che vinse il Gran Giallo città di Cattolica e dalle opere che seguirono, i due ‘corti’ Perdisa che compongono il dittico di Amelia, ai Gialli sanguinari e dark con protagonista Eva  sino a Lullaby e ai primi due episodi della saga di Scarlett. Sarebbero moltissime le storie scritte da Barbara nel corso degli anni, da recuperare per ricostruire il suo mondo fantastico. Mi piace ricordare ‘La casa dagli specchi rotti’ che le chiesi per un’antologia che curai anni fa ‘Il mio vizio è una stanza chiusa’ dedicato al thrilling  anni  ’70. Un percorso autoriale e di formazione che si è andato a ogni tappa affinando. La narrazione, il linguaggio sono sempre più consapevoli, scorrevoli, quasi un film che Barbara vede nella sua testa e proietta attraverso lo sguardo sulla pagina scritta e incanta il lettore. Striges arriva in un momento difficile dell’editoria italiana, un momento in cui l’urban fantasy, la fiaba moderna sono stati massicciamente scoperti e sfruttati, spesso con una produzione  narrativa e cinematografica sovrabbondante, ovviamente esterofila. Ma che bisogno abbiamo di cercare autori all’esterno, quando ne abbiamo di così bravi a casa nostra. In un romanzo corposo (che intuiamo è solo una parte di un più ampio disegno narrativo) Barbara interpreta in maniera originale il mito delle streghe, affondando la lama nella ricerca, nel mito solo per quel che è necessario per stimolare emozioni, astenendosi da didascalismi inutili. Vince il cuore, naturalmente, perché queste sono le regole delle fiabe ma il mistero e la sofferenza accompagnano la crescita della sua eroina Zoe per tutto il romanzo. Ed è incredibilmente brava Barbara a mescolare la realtà (evidente in certi personaggi come Sam e l’adorabile Chloe) alla fantasia. Il palcoscenico è Milano che rivela angoli nascosti, botteghe di burattinai di Praga, inaspettati consessi di streghe, inquisitori, feste che sembrano uscite da reami fatati e combattimenti sulle guglie del duomo. E come sempre in tutte le cose c’è una natura buona e un’altra feroce che lottano  per il predominio. Tra le Streghe quanto  tra gli Inquisitori. C’è persino un famiglio mutaforma che appare prima con l’aspetto di un furetto che la protagonista coccola provando poi un certo imbarazzo scoprendolo un bel giovane, un artifizio ben calibrato che sicuramente piacerà al pubblico femminile. Cura nei dettagli, negli abiti e nei profumi, nella musica, nei riferimenti letterari e cinematografici che spuntano così, magari nel titolo di un capitolo, inaspettati. Una lettura per tutti quindi, una lettura per chi non ha paura di emozionarsi. Un bellissimo film ‘scritto’ del quale aspettiamo nuovi e inediti sviluppi, magari inseriti in panorami extra urbani, bucolici e ricchi di fascino come quelli che Barbara sa raccontare, perché il  velo magico del suo racconto si applica perfettamente alla città quanto alla natura.

Striges – Barbarba Baraldi- Mondadori-465pp-17 euro